Ragusa – A un mese esatto di distanza, ci si prepara per la XXX giornata mondiale del malato che è in programma l’11 febbraio 2022. Un appuntamento molto sentito anche nella diocesi di Ragusa come conferma il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute.
“Ogni anno – sottolinea il sacerdote Giorgio Occhipinti – abbiamo organizzato momenti che ci hanno arricchito parecchio. Con la pandemia, abbiamo dovuto giocoforza rallentare e valuteremo, adesso, quali iniziative sarà possibile attuare alla luce della situazione pandemica. Già in queste ore, però, abbiamo recepito il messaggio di Papa Francesco che ci esorta ad essere misericordiosi, ponendoci accanto a chi soffre in un cammino di carità”. “Il tema scelto per questa trentesima Giornata, «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36), ci fa anzitutto volgere lo sguardo a Dio “ricco di misericordia” (Ef 2,4), il quale – è scritto nel messaggio del Pontefice – guarda sempre i suoi figli con amore di padre, anche quando si allontanano da Lui. La misericordia, infatti, è per eccellenza il nome di Dio, che esprime la sua natura non alla maniera di un sentimento occasionale, ma come forza presente in tutto ciò che Egli opera. È forza e tenerezza insieme. Per questo possiamo dire, con stupore e riconoscenza, che la misericordia di Dio ha in sé sia la dimensione della paternità sia quella della maternità (cfr Is 49,15), perché Egli si prende cura di noi con la forza di un padre e con la tenerezza di una madre, sempre desideroso di donarci nuova vita nello Spirito Santo”.
La Giornata Mondiale del Malato è occasione propizia anche per porre l’attenzione sui luoghi di cura. La misericordia verso i malati, nel corso dei secoli, ha portato la comunità cristiana ad aprire innumerevoli “locande del buon samaritano”, nelle quali potessero essere accolti e curati malati di ogni genere, soprattutto coloro che non trovavano risposta alla loro domanda di salute o per indigenza o per l’esclusione sociale o per le difficoltà di cura di alcune patologie. A farne le spese, in queste situazioni, sono soprattutto i bambini, gli anziani e le persone più fragili.