“I ricercatori ciprioti” che nei giorni scorsi hanno lanciato l’allerta Deltacron, una variante del Covid che sembrava una combinazione fra la Delta e la Omicron, “hanno ritirato le sequenze che avevano depositato, perché vi è necessità di ulteriori accertamenti”.
Lo sottolinea Enrico Bucci, biologo della Temple University di Philadelphia. “Perché gli scienziati cercano le agenzie di stampa prima dei loro colleghi – chiede lo scienziato su Facebook, in un post intitolato ‘La scomparsa di Deltacron’ – quando si tratta di annunciare risultati di potenziale impatto sociale?”. Interviene via social sul tema anche Guido Silvestri, virologo della Emory University di Atlanta. “Deltacron sembra essere un artefatto di laboratorio, come spiegato da diversi virologi (veri) nelle ultime 48 ore”, scrive in un approfondimento tecnico su quelle che definisce “le varianti ‘sorelle’ di Omicron”, la BA.2/B.1.1.529.2 e la BA.3/B.1.1.529.3. “Da un punto di vista della biologia strutturale virale – evidenzia – non c’è nessun motivo di pensare che queste due sub-varianti di Omicron siano più patogeniche della Omicron ‘originale'”.
Tuttavia, ironizza Silvestri, “onde evitare che il ‘gruppo apocalisse” si deprima troppo di fronte a queste buone notizie, si ritiene importante precisare che: moriremo comunque tutti; nessuno uscirà vivo di qui (cit); nessuno può escludere a priori l’emergenza di nuove e più cattive varianti di Sars-CoV-2 (come del resto nessuno può escludere a priori che un asteroide distrugga il nostro pianeta nei prossimi mesi). Perdonatemi se oggi la prendo un po’ a ridere – chiosa lo scienziato – ma trovo buffo che, proprio mentre anche i più funerei dei funerei si stanno convincendo che Omicron causa una malattia in genere più lieve, parta subito la psicosi da nuove varianti”.