Ragusa – Le dimissioni della presidente dell’osservatorio per la tassa di soggiorno, Carlotta Schininà, dalla sua carica, ha evidenziato uno stato di malessere nell’organismo che parrebbe indicare “insoddisfazione sulle dinamiche del ruolo che era stata chiamata a ricoprire” come ha sottolineato il movimento Territorio in una nota a firma di Michele Tasca, Presidente dell’Esecutivo di Segreteria del movimento stesso.
Il quale afferma “lo stato di crisi dell’organismo che, per regolamento, dovrebbe monitorare l’utilizzo della tassa di soggiorno, al Comune di Ragusa, suggellato dalle dimissioni della Presidente, desta molte perplessità in ordine alle politiche turistiche del Comune di Ragusa. Si era ben capito, sin dall’insediamento della giunta Cassì che l’osservatorio era visto come una palla al piede che ostacolava l’utilizzo disinvolto dei fondi della tassa di soggiorno, e non ci sentiamo nemmeno di puntare il dito contro l’assessore che, peraltro, in tema di turismo si muove in maniera abbastanza soddisfacente, nonostante i grandi limiti, imposti da due stagioni, dalla pandemia”. Poi Tasca spiega il perchè, secondo Territorio, di questa situazione “il nuovo piano di utilizzo della tassa di soggiorno, per il 2022, è basato, comunque, sulla considerevole cifra di oltre 800.000 euro e ci giungono notizie di un assalto alla diligenza, come negli anni passati, con altri assessori di altri settori, impegnati ad attingere risorse, in spregio alle norme del regolamento apposito.
Tutto è ricondotto in maniera disinvolta, al miglioramento dell’offerta turistica da porgere ai visitatori, ai forestieri, così che il verde pubblico migliora il decoro per l’accoglienza, qualche lavoretto pubblico serve per migliorare la permanenza dei turisti, gli eventi culturali sono mezzi per allietare la permanenza degli stessi sul territorio, anche se nessuno ha mai controllato quanti turisti sono stati attratti sul territorio dalle varie iniziative. Con la tassa di soggiorno si è trovata la maniera di alleggerire i capitoli di spesa di molti assessorati, ricorrendo alla Tassa di Soggiorno come rimedio per tutte le esigenze. Il risultato è che non si avverte nessun beneficio dalla tassa di soggiorno, né per il territorio, né per l’offerta turistica, la cui voce in bilancio sarà ridotta al minimo per questo ‘salvadanaio’ insperato”. Quindi Tasca prosegue “dopo aver emarginato il ruolo dell’Osservatorio non convocando le riunioni e non esigendo i risultati del monitoraggio, si è preferito illudere i componenti con le discussioni al tavolo di riunione dell’organismo, per un coinvolgimento che non c’è mai stato, nonostante la presenza, nell’osservatorio, delle migliori espressioni comunali del mondo della ricettività alberghiera e della ristorazione.
Gente che vive giornalmente le problematiche di settore e che ha dovuto subire, ogni anno, pur non essendo un organo nemmeno consultivo, le decisioni della giunta, peraltro sempre poco prima dell’esame del bilancio, così da non rendere possibile ogni minima modifica al piano presentato. È stato, così di fatto, impedito di valorizzare i risultati del monitoraggio, compito esclusivo dell’Osservatorio, risultati che avrebbero potuto consigliare aggiustamenti nelle strategie di spesa dei fondi della tassa. Anche la Presidente, importante espressione del settore alberghiero, che pure aveva accolto con grande entusiasmo la carica, non ha trovato di meglio che presentare le dimissioni, atto di elevata dignità di fronte all’indifferenza di una amministrazione che ritiene di poter utilizzare la tassa senza rendere conto a nessuno. Infine le conclusioni cui giunge Michele Tasca con toni piuttosto duri “sembra, addirittura, che esponenti delle opposizioni abbiano richiesto le distinte analitiche di spesa dei fondi della tassa di soggiorno e non abbiano ricevuto risposte, si impone a questo punto di rendere pubblici i bilanci della tassa di soggiorno degli anni 2018, 2019 e 2020, per sgombrare il campo da illazioni e sospetti su usi clientelari dei fondi, in netto contrasto con le finalità espresse dal regolamento, e dalla legge, per iniziative che poco hanno avuto a che fare con la promozione turistica e il miglioramento dell’offerta”. (da.di.)