Ragusa – Sull’ormai più che semestrale silenzio in cui sembra piombata la Consulta femminile di Ragusa e su un immobilismo definito ‘imbarazzante’ scende in campo anche la Cgil provinciale, dopo che la vicenda era stata denunciata dall’associazione di donne #adessobasta e ripresa dalla deputata regionale 5 stelle Stefania Campo. Interviene per l’organizzazione sindacale Graziella Perticone, segretaria provinciale della CGIL che premette “dal momento che l’interesse verso la “causa Femminile” si innesta nelle iniziative della CGIL di Ragusa e che le Consultrici che ci rappresentano hanno intrapreso e continuano ad intraprendere azioni per un efficientamento delle funzioni della Consulta medesima, si rende necessario chiarire la posizione del sindacato”.
Poi prosegue facendo una cronistoria dell’attività della Consulta non lesinando giudizi piuttosto duri “negli scorsi mesi le Consultrici della CGIL hanno fatto emergere un intorpidimento dei processi democratici determinato dalla permanenza pluridecennale della Presidenza e del direttivo, dalla mancanza di trasparenza nei processi decisionali, da manifestazioni spesso poco adatte alla cittadinanza comune ma destinate agli addetti ai lavori; tali conflitti sono stati al centro delle battaglie portate avanti dalle Consultrici CGIL per rinnovare e modificare uno statuto e un regolamento “ormai superato” affinchè le eventuali variazioni potessero essere utili alla Comunità e soprattutto alla causa Femminile. Tale posizione ha causato le dimissioni della Presidente (Giuseppina Pavone n.d.r.) a cui sono seguite quelle di parte del gruppo dirigente. In occasione della prima riunione della Commissione Affari Generali del 26 aprile scorso, che discuteva appunto le variazioni statutarie, le Consultrici di questa Organizzazione avevano presentato una corposa proposta direttamente ai consiglieri convocati, stante l’assoluta indisponibilità della Presidente a farsene portavoce in quanto “non condivisa dalla maggioranza”.
In tale occasione la proposta della Consulta si limitava alla variazione del solo art. 5, lasciando invariato l’impianto Statutario che risultava lacunoso in parti essenziali, mentre le proposte delle Consultrici CGIL affrontavano temi più ampi come ad esempio il limite dei mandati della Presidente. Dopo le dimissioni, in più occasioni, questa Organizzazione ha cercato di salvare il salvabile, invitando la Presidente facente funzione ad aderire, ad esempio, ad iniziative a sostegno delle donne afgane; richiesta cui la Presidente f.f. si è sottratta adducendo la scusa della “Consulta Dormiente” quasi fosse possibile “dormire” su questioni così scottanti. Insieme ad altre Consultrici, pari ad 1/3 delle rimaste, è stata chiesta la convocazione di un’assemblea al fine di tentare di ricostruire dalle macerie, mentre contemporaneamente questa Organizzazione incontrava i vertici dell’Amministrazione Comunale chiedendo un pronto intervento nelle variazioni Statutarie (lo Statuto sulla base del quale la Consulta ha operato in questi anni non è mai stato abrogato, pertanto è ancora vigente)”. Dopo questa lunga eesposizione necessaria però a capire le dinamiche che hanno portato all’attuale immobilismo, Graziella Perticone prosegue “l’ostinata immobilità della Presidente facente funzione conferma, qualora ce ne fosse bisogno, l’ennesima assenza del senso di disponibilità da parte dei vertici anche superstiti di questa Consulta che al momento appare assente. Questa Organizzazione ha, pertanto, richiesto un nuovo incontro all’amministrazione Comunale, che si terrà la settimana prossima, per un confronto sulla questione”.
Quindi le conclusioni “pur comprendendo la necessità da parte dell’Amministrazione di poter analizzare e modificare lo Statuto e il Regolamento, indispensabili per il funzionamento e la gestione della Consulta stessa, la CGIL di Ragusa si augura che le attività della Consulta Femminile possano riprendere in tempi brevi per poter affrontare problematiche e temi vicini alle Donne che vivono la nostra Città”. (da.di.)