Ragusa – Dicevamo ieri, riportando i contenuti della conferenza stampa tenuta dal Pd ragusano per evidenziare quanto secondo i dem non va nell’attività amministrativa della Giunta Cassì, che, come in un incontro di boxe, dal logoramento ai fianchi si è passato all’attacco frontale con i ‘diretti’. E a conferma della nostra tesi riportiamo anche un documento del movimento Territorio, che seppur appena precedente alla conferenza stampa di giovedì scorso del Pd, va sulla stessa falsariga. Ma del resto sappiamo tutti bene che sia dietro il partito ragusano (e provinciale) sia dietro al movimento Territorio, la voce è sempre quella del deputato regionale ed ex sindaco di Ragusa Nello Dipasquale, che evidentemente ormai ha aperto la campagna elettorale del 2023. La nota stampa di Territorio nasce da una analisi che l’Esecutivo di Segreteria del movimento, presieduto da Michele Tasca, ha fatta nel corso degli ultimi incontri “sulle tante sollecitazioni, anche esterne al movimento, per una situazione in città che non piace” Territorio premette “la città aspettava il risveglio, purtroppo tutto tace, in maniera anche esagerata, ormai evidente la strategia, il tentativo di far trovare tutto pronto, o in fase di avanzata cottura, in prossimità del rinnovo della sindacatura e del consiglio comunale, ma restano le preoccupazioni per un consuntivo del quasi nulla, un consuntivo delle piccole cose, che non fa intravedere un futuro per la città”.
Quindi Michele Tasca traccia questo consuntivo “si passa da viale Colajanni, e i lavori, poco utili, dell’allargamento del marciapiede fino alla via Paestum, procedono a passa di lumaca, è una fortuna vedere operai al lavoro. Nell’area dell’ex scalo merci non sembra che le ferrovie abbiano portato via quanto di loro pertinenza, dei lavori di riqualificazione della via Roma, annunciati per il mese di febbraio, per non danneggiare i commercianti nel periodo festivo, non c’è nemmeno ombra. Di questo passo, si arriverà a dopo l’estate, se va bene. Dell’apertura della vallata Santa Domenica, dove sono stati anche vanificati dalle intemperie alcuni lavori di ripristino, non c’è sentore, stessa cosa per il parcheggio di San Paolo, i fantomatici lavori di messa in sicurezza non accennano a concretizzarsi. Viviamo di annunci di bandi di gara e aggiudicazioni di lavori ma quella della città che doveva essere, già nel 2021, la città dei cantieri, è ormai una barzelletta. Ritardi inenarrabili per tutto: piazza Poste o piazza Matteotti langue nel suo abbandono, con poca luce, come la rinnovata piazza Stazione, molte strade sono in condizioni pessime, impercorribili, e viviamo con la favoletta della programmazione e delle priorità che non si possono conoscere”.
Poi Tasca si lancia in una previsione “beccheremo solo le briciole dei fondi del PNRR, senza programmazione e senza risorse adeguate, i temi dell’ambiente, della digitalizzazione, della sanità, delle infrastrutture sono sconosciuti per questa amministrazione. Viviamo di rendita del passato tanto inutilmente vituperato, siamo arrivati alla fine di un mandato che non ha portato nulla di buono alla città, né ci sono state le condizioni per interferire sulle emergenze che la interessano, a cominciare dalla Ragusa- Catania, ancora una utopia, né per l’accelerazione dei lavori per far passare l’autostrada dal nostro territorio. Saremo destinati a vivere di piste ciclabili e mobilità alternativa che non esiste, in tale assenza di sviluppo, con la latenza di seri programmi per la cultura e per il turismo”. E prima di iniziare con questa elencazione Michele Tasca aveva premesso “abbiamo avuto difficoltà ad arginare la sequela di proteste e di segnalazioni per una situazione troppo stagnante. Potremmo definire Ragusa la città degli annunci, delle lunghe attese, dei ritardi” senza però tacere sui limiti dell’azione di contrasto all’attività dell’amministrazione Cassì sottolineando “non sappiamo da dove cominciare per riferire di un confronto, dai toni anche accesi, dove la gente vede anche la totale acquiescenza della politica che dovrebbe essere di opposizione”. Insomma, sembra dire Tasca alle forze politiche ed ai gruppi di opposizione, “a buon intenditor poche parole”. (da.di.)