Ragusa – Si torna a parlare, nel Ragusano, dei nuovi assetti delle Camere di Commercio in Sicilia, e se ne torna a parlare, secondo il nostro modesto avviso, nel modo corretto. Infatti la Consulta delle associazioni di categoria riprende e rilancia l’iniziativa per contrastare lo scorporo della Camera di Commercio di Ragusa (e di Siracusa) dalla super Camcom del sud-est, dove ora rimane soltanto Catania, per quella che viene definita “una inusuale aggregazione con le Camcom di Agrigento, Caltanissetta e Trapani”. La Consulta comprende Agci, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confapi Sicilia, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop e Sicindustria, ed è presieduta da Gianni Gulino che esordisce così “c’è grande preoccupazione. Per quelle che potranno essere le dinamiche di crescita e di sviluppo del futuro legate al nostro territorio. E, proprio per questo, è il momento di stare tutti assieme, di definire delle soluzioni condivise. Un’unità di intenti, ora più che mai, si rende necessaria, per farci guardare con attenzione a quello che sarà.
Siamo tutti consapevoli che il nostro territorio non può continuare a subire penalizzazioni di questo tipo, dimenticando che è stata un’area in cui le eccellenze sono nate sino a diventare un punto di riferimento per tutti, oltre a fare emergere quel carattere solidaristico e mutualistico tra imprese, tra vari comparti, che l’hanno fatto diventare un modello per tutti”. Poi Gulino spiega lo stato attuale della vicenda “scontiamo, è vero, gli effetti della legge Madia. Nella nostra isola, con le norme attuali, gli enti camerali non possono essere più di quattro. Per cui, identificando ogni Camera con una città metropolitana (Catania, Messina e Palermo assieme ad Enna), la quarta non poteva che essere l’aggregazione delle province rimanenti. Ma questi assetti non stanno bene alle associazioni di categoria che, adesso, come ripeto, sono chiamate a costituire un fronte unico e a dire la propria per individuare soluzioni differenti”. E una soluzione potrebbe essere, come afferma il presidente della Consulta, “la creazione di una quinta Camera di commercio in Sicilia. Naturalmente, prefigurando una specifica sostenibilità economico-finanziaria rispetto alle soluzioni individuate”.
Dopo una serie di interrogativi sul tipo di mandato del Commissario, sul bilancio, sul personale dipendente e sulle pensioni di quest’ultimo, Gianni Gulino conclude a nome delle associazioni di caegoria rappresentate nella Consulta “insomma, ci sono fondati motivi per ritenere che, rimanendo così le cose, il sistema possa implodere. Ed ecco perché, a questo punto, è necessaria la mobilitazione complessiva delle imprese e delle associazioni che le rappresentano sul territorio. Per non rimanere spettatori inermi, è indispensabile comprendere da subito il ruolo di regia che la Camcom potrebbe avere per i prossimi anni ai fini del rilancio del territorio e nella definizione di strategie per uno sviluppo sempre più sostenibile, sfruttando i fondi che arriveranno dalla Regione, dallo Stato e dall’Unione europea. Inoltre, che il mondo politico, così come hanno fatto nell’ultima riunione i componenti dell’assemblea dei sindaci, voglia supportarci sul fronte della protesta, ben venga. Ma è questa una battaglia delle imprese. Che adesso devono prendere in mano il proprio destino e cercare di indirizzarlo nella maniera giusta. Ecco perché, come Consulta, ci proponiamo di attivare una pubblica iniziativa con la presenza di tutti gli attori interessati, sindaci e deputazione in testa, affinché gli stessi possano essere coinvolti ad affrontare con compiutezza questi delicati argomenti”. (da.di.)