Roma – “La nostra azienda cresce grazie alla distribuzione nel mercato nazionale, ma mio padre con la sua capacità ed empatia è riuscito ad ampliare la rete distributiva anche a livello internazionale iniziando ad esportare all’estero. Poi ci sono state le acquisizioni che ci hanno portati al completamento di gamma e permesso di coprire tutto il ciclo dell’agricoltura diventando la prima azienda italiana nella produzione di attrezzatura e una delle prime cinque nel mondo”. Così Mirco Maschio, presidente del Gruppo Maschio Gaspardo, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia di stampa Italpress. “Tra le acquisizioni si annoverano quella dell’azienda Gaspardo, tra le più importanti nel mondo nella produzione di macchine per la semina, Unigreen specializzata nel trattamento delle culture, Feraboli e Moro Pietro Meccanica, specializzata nella produzione di aratri”.
“Il Gruppo Maschio Gaspardo – prosegue – produce macchine per la lavorazione del terreno, per la semina, la concimazione, il trattamento delle colture e la pulizia del verde. Le attrezzature che produciamo hanno una parte meccanica, ma anche tanta idraulica e soprattutto elettronica e tecnologia digitale. Oggi ci sono sempre più motori elettrici che azionano le parti meccaniche, una seminatrice che prima lavorava a 7 km orari adesso lavora a 15. Le tecnologie che si utilizzano in agricoltura sono di derivazione automobilistica -spiega Maschio-, grazie all’elettronica sono stati introdotti sensori e sistemi che permettono di raccogliere dati e informazioni operative utilizzando un protocollo di comunicazione che permette di usare più macchine con lo stesso metodo. Così si riescono a misurare i singoli semi seminati nel campo. Questo è importante in ottica di precision farming e sostenibilità per usare meno semi, meno concimi, prodotti fertilizzanti e diserbanti al fine di ridurre l’impatto ambientale e cerchiamo di seguire la filosofia farm to fork. La sostenibilità ambientale è un must, vogliamo essere un’azienda sempre più green per prodotti e processi. Un percorso importante è stato l’investimento in impianti fotovoltaici per cui circa il 30% dell’energia che utilizziamo è prodotta da noi arrivando a risparmiare 2mila tonnellate annue di emissione Co2”.
Per la sostenibilità dei prodotti, grazie al progetto Agricare finanziato dalla Comunità Europea è possibile produrre colture come soia, mais o grano con un risparmio di Co2 pari a 2.500 tonnellate all’anno. Per quanto riguarda lo sviluppo dell’azienda, “noi esportiamo più dell’80% del fatturato all’estero, il 65% è in Europa. I Paesi più importanti per il futuro sono l’Africa, l’Australia e il Sudamerica in particolare il Brasile. L’America è il mercato più florido al mondo, ci sono società importanti che producono macchine agricole ma noi abbiamo innovazioni che possono essere interessanti anche per loro. Per la produzione, molto importante è lo stabilimento di Arad in Romania -continua Maschio-, un Paese a vocazione agricola e con una storia in ambito di lavorazione meccanica. Lì abbiamo 400 dipendenti e si producono 5mila macchine per la lavorazione del terreno, aratri e macchine per la raccolta del fieno in uno stabilimento di 26mila metri quadri che recentemente ampliato ha permesso un aumento della capacità produttiva del 20%”, ha detto Mirco Maschio specificando che rispetto al 2020 l’azienda ha registrato un aumento del fatturato del 30%.
“Contiamo oltre 2mila dipendenti tra l’Italia e l’estero. Nonostante il periodo difficile il lavoro è aumentato per noi, non abbiamo licenziato nessuno, anzi, abbiamo assunto”. “I nostri prodotti sono funzionali, sostenibili e di design. Investiamo 10milioni all’anno in ricerca per nuove soluzione e tecnologie anche per i Paesi in via di sviluppo. Siamo tra i primi player del mondo nel settore, presenti in 114 Paesi per vendite e in 14 con stabilimenti. Siamo molto orgogliosi del nostro stabilimento in Cina dove abbiamo un organico ben strutturato e produciamo anche per il mercato locale. Rispetto alla quotazione in Borsa -precisa Maschio-, guardiamo con interesse alle acquisizioni se riguardano lo sviluppo dell’azienda verso paesi esteri”.
(ITALPRESS).