Una quinta ondata di Covid-19 in Italia? “Per dire se c’è o non c’è un’ondata dobbiamo semplicemente guardare i dati. E il fenomeno che stiamo osservando in questo momento è sicuramente l’innesco di una nuova ondata” secondo l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’università del Salento. Sono due i fattori che l’esperto chiama in causa: “Da un lato – spiega all’Adnkronos Salute – ci troviamo di fronte a una nuova variante” di Sars-CoV-2, “la BA.2” o Omicron 2, ancora più trasmissibile della 1, “e dall’altro all’abbassamento delle misure individuali di protezione, successivo al cambio di regole delle ultime settimane”.
Come andrà a finire non è facile dirlo, anche pensando alle nuove aperture in arrivo, ma il medico esprime ottimismo e insiste sull’importanza delle vaccinazioni e soprattutto delle dosi booster.
“Sull’ampiezza che avrà questa nuova ondata è molto difficile fare previsioni – sottolinea – perché anche guardando agli altri Paesi europei vediamo che ce ne sono stati alcuni in cui questa seconda ondata di Omicron è stata molto ampia, paragonabile a quella di gennaio, e ce ne sono stati altri in cui invece questo nuovo picco a un certo punto si è fermato. Per cui dobbiamo capire come il virus si comporterà da noi”.
Personalmente Lopalco si dice “abbastanza ottimista, anche perché non è escluso che la bella stagione ci possa aiutare”. Andiamo verso “un rialzo delle temperature e maggiori occasioni di vita all’aperto”, ragiona l’epidemiologo. Sono elementi che “potrebbero anche accelerare il passaggio di quest’altra ondata”, confida, ricordando però un’altra variabile in grado di fare la differenza: “Vaccinarsi e completare il ciclo vaccinale con la terza dose”, è l’appello del medico a chi ancora non l’ha fatto.
“Non dobbiamo sottovalutare il ruolo della vaccinazione completa” contro Covid-19, che anche mentre Omicron 2 galoppa resta uno scudo solido contro complicanze, ricovero e morte. Però “purtroppo, se ci mettiamo a fare due conti, vediamo che ci sono ancora diversi milioni di italiani suscettibili” all’offensiva di Sars-CoV-2. “Sono gli ultracinquantenni che non hanno fatto la terza dose di vaccino e questa popolazione è davvero quella che ci deve preoccupare di più, perché sono persone che magari hanno perso l’immunità e potrebbero anche sviluppare una forma un po’ più grave di malattia”.”E poi abbiamo ancora tantissimi bambini e adolescenti, milioni – sottolinea l’esperto all’Adnkronos Salute – che non sono vaccinati e alimentano la circolazione virale più importante”.
Anche contro Omicron 2 il vaccino rimane un’arma importante, conferma quindi il medico, “perché comunque abbiamo visto che l’efficacia della vaccinazione contro le forme più gravi di malattia si mantiene. Ma quello che è più importante in termini di perdita di efficacia – precisa Lopalco – è la distanza dall’ultima dose di vaccino: se la si è fatta molti mesi fa, oggettivamente la protezione cala e questo è un dato di fatto contro qualunque variante. E’ acclarato che più ci allontaniamo dal momento della vaccinazione e più aumenta la probabilità di contrarre l’infezione, e se la vaccinazione è molto distante possiamo anche avere forme un po’ più gravi”.
Ecco perché, ripete l’epidemiologo, “prima di parlare di quarta dose estesa ad altri gruppi oltre a quelli per cui già raccomandata, pensiamo alla terza. Dobbiamo chiudere un ‘gap’ importante con la terza dose”, avverte. E’ ancora sul primo booster che bisogna puntare in questa fase della campagna vaccinale anti-Covid.