Ragusa – Il martellante fuoco di fila delle opposizioni consiliari sulla autenticità o meno del quadro del Caravaggio esposto alla Badìa, sia con comunicati che con interventi in aula consiliare nel corso della seduta del civico consesso di mercoledì 25 maggio , un risultato l’ha intanto e comunque ottenuto, quello di indurre il sindaco Peppe Cassì ad assicurare che per il momento viene bloccato il contributo comunale di sei mila euro agli organizzatori della mostra che vede al centro dell’attenzione il ‘San Giovanni Battista giacente’ di dubbia e contestata attribuzione al Merisi.
I rappresentanti delle forze di opposizione consiliare Sergio Firrincieli del M5s, Mario Chiavola del Pd, Gianni Iurato di Ragusa Prossima e Giorgio Mirabella di Insieme, dopo un primo tentativo di affrontare la questione in sede di conferenza dei capigruppo venerdì scorso, tentativo andato a vuoto per motivi procedurali, si erano datti appuntamento alla seduta ispettiva di mercoledì 25 maggio e i loro interventi sono risuonati in maniera chiara e forte ribadendo i dubbi sull’attribuzione dell’opera e accusando comunque sindaco Cassì ed assessore Barone di forse eccessiva fiducia negli organizzatori della mostra e di scarsa attenzione allle garanzie.
A fare il quadro (ci si perdoni il bisticcio, ma in ogni caso di arte pittorica stiamo parlando) a tutto tondo è un lungo e articolato comunicato stampa del capogruppo pentastellato Sergio Firrincieli. In esso si fannoo le Pulci a quasi tutti gli aspetti della vicenda, e li accenniamo brevemente: “è stato un po’ dubbio vedere arrivare un Caravaggio con un furgone normalissimo che speriamo vivamente non sia di un privato dato che sappiamo che questo tipo di trasporto viene curato da aziende specializzate in questo campo. Ci siamo stupiti, poi, del fatto di vedere alla Badia ospitare un Caravaggio senza un servizio di vigilanza opportuno, a parte i classici sensori di movimento e le telecamere a infrarossi.
Ci saranno pure le telecamere ma non c’è nessuno che vigila costantemente l’opera e che impedisce di danneggiare la tela. Altro elemento. Abbiamo chiesto, inoltre, alla Soprintendenza di Ragusa se fosse stata resa partecipe di questa mostra così importante. Ci ha risposto che è arrivato soltanto un invito formale all’inaugurazione e che non si è registrato alcun altro tipo di coinvolgimento.
Eppure, il massimo organismo di tutela delle belle arti sul nostro territorio in casi del genere dovrebbe essere tenuto in adeguata considerazione. Lo stesso dicasi per l’assessorato regionale ai Beni culturali e per la presidenza della Regione”. Seguono nella disamina di Firrincieli altri aspetti “un altro elemento di novità che vogliamo portare alla discussione, considerando il fatto che tre esperti che erano stati citati come autenticatori del quadro dagli organizzatori si sono tirati fuori, circostanza che basterebbe per dire come si sia operato con la massima leggerezza, riguarda il fatto che un quadro di questa portata, un Caravaggio, il cui valore è inestimabile, deve presuppore il fatto che l’organizzazione produca al prestatore un Facility report, il documento tecnico che elenca le misure di sicurezza e conservazione dello spazio espositivo o della struttura museale ospitante la mostra e che si realizza sei mesi prima che si tiene la mostra mentre nel nostro caso è stato affermato dall’assessore che in un mese e mezzo si è riuscito a fare tutto (quindi non si comprende come i tempi possano combaciare).
In più l’assessore ha anche affermato che questo documento è stato redatto dal nostro dirigente dell’Urbanistica. Questo, per noi, risulta essere ancora di più una anomalia in quanto i nostri uffici non devono redigere documenti per altri soggetti men che meno agli organizzatori di un evento che, a parte riflessi positivi sull’economia e sul turismo del territorio, non porta introiti. C’è poi da produrre un Condition report, che tutela il prestatore nella movimentazione e permanenza del quadro in trasferta, quindi un documento che fotografa lo stato di conservazione di un’opera d’arte prima che la stessa sia esposta in mostra per fare in modo che possa conservare le analoghe condizioni al suo ritorno nella sede originaria”. E ancora “il Comune, l’amministrazione comunale, hanno assunto certezze sul fatto che questo quadro sia assicurato per il vero valore che avrebbe? Quanto copre l’assicurazione? Sino a che valore lo copre? La polizza prevede dei massimali o delle franchigie? Nel malaugurato caso che la tela dovesse rovinarsi, o peggio andare distrutta, il responsabile del posto che lo ospita, in questo caso il presidente dell’Opera Pia, sa a quali rischi va incontro dal punto di vista del concorso alle spese eventualmente da risarcire?
A questo punto, ci sarebbe da augurarsi che la tela non sia del Caravaggio perché perlomeno avrebbe un valore di molto inferiore e una eventuale responsabilità nonché risarcimento non ricadrebbe sulle sette generazioni successive a quella del presidente dell’Opera Pia. Inoltre, per opere di un certo livello, e questa ci è stata presentata come tale, quando si espone all’estero, e così l’Italia può essere considerata rispetto alla provenienza dell’opera che arriva da Malta, è previsto un deposito cauzionale del 10 per cento rispetto al valore della tela. Tutto ciò sempre a tutela del prestatore. E’ stato fatto? Non è stato fatto? L’amministrazione comunale ha accertato che tutti questi adempimenti siano stati espletati prima di organizzare la mostra? Basterebbe questo a stabilire il valore del quadro e della mostra tutta”. Ma Firrincieli prosegue “altro appunto è il seguente: viste le prese di distanza degli esperti citati nel catalogo, cioè Vodret, Fulcari e Papi, in attesa del simposio e che sia appurata la verità sulla tela, il sindaco, lo ribadisco, ci ha spiegato che in autotutela è stato sospeso il contributo di seimila euro alla Happee Place, la società organizzatrice. Riteniamo che per lo stesso motivo debba essere o chiusa la mostra oppure non fatto pagare il biglietto.
Il motivo? Nel caso che la tela sia riconosciuta come non appartenente al Caravaggio, chi risarcirà le già oltre mille persone che hanno pagato il biglietto per qualcosa che non meritava quel prezzo?”. Nella lunga elencazione (ma si potrebbe anche definirla con un termine probabilmente desueto ‘reprimenda’?) Firrincieli en passant cita anche qualcosa che non lo convince “altro aspetto che merita di essere posto sotto attenzione riguarda la convenzione che il Comune ha stipulato con l’organizzazione per agevolare le presenze favorendo le visite alla mostra anche di chi si reca al castello di Donnafugata. Non abbiamo ben capito se chi paga il biglietto per entrare al castello devolverà comunque il cinquanta per cento di quanto speso alla mostra sul Caravaggio. Infatti, in un passaggio della delibera, l’ultimo, si parla di biglietto cumulativo mentre nei passaggi prima di biglietto ridotto”. E per finire in bellezza Sergio Firrincieli lancia l’ultima bordata “ho chiesto che al simposio proposto dagli organizzatori per il 3 giugno, per il quale si spera che l’ente di palazzo dell’Aquila non sborsi neanche un euro, siano invitati un curatore di mostre del Caravaggio che abbia esposto a Londra o a New York; un graduato del comando regionale dei carabinieri che si occupano della tutela del patrimonio culturale e un alto funzionario del ministero dei Beni culturali. “Le riteniamo richieste di certo dettate dal buon senso –spiega– e che puntano, esclusivamente, a fare chiarezza in modo che possa essere tutelata, il più possibile, l’onorabilità della nostra città”.
E non poteva mancare la conclusione tutta politica “abbiamo, inoltre, chiesto al sindaco di ritirare le deleghe ai due assessori (Ciccio Barone e lorinda Aresso n.d.r.) e di rassegnare le dimissioni se non saranno presenti al simposio le tre personalità richieste o se queste dovessero esprimersi non in linea con quanto affermato da chi ha organizzato la mostra e successivamente dal primo cittadino”. (daniele distefano)