Ragusa – E’ ancora avvolta nel mistero la morte della scrittrice e giornalista ragusana Stefania Elena Carnemolla, trovata senza vita nella casa in Montenegro, a Podgorica. La Carnemolla aveva 53 anni, era di Marina di Ragusa. Aveva lasciato la Sicilia anni fa. La scoperta della sua morte è avvenuta il 24 maggio ma la notizia è stata diffusa solo nelle ultime ore. La Farnesina in contatto con gli inquirenti per ricostruire le cause della morte. Non si sa se morte naturale, se omicidio e si affaccia anche l’ipotesi del suicidio.
A Marina di Ragusa sono stati i Carabinieri a dare la notizia al padre Salvatore. La mamma di Stefania era morta anni fa e lei aveva poi deciso di lasciare l’isola.
Amava così tanto la Sicilia, Stefania Elena Carnemolla, che quasi 30 anni fa fece una scoperta sensazionale. Il suo autore preferito era Ibn Hamdis, poeta arabo nato a Siracusa nel 1056 e vissuto a Noto, sintesi esemplare dell’incontro tra Oriente e Occidente, fusione naturale di due culture. Così scriveva lui della sua terra: «Un paese cui la colomba prestò il suo collare, e che il pavone vestì del manto screziato delle sue piume». Nel 1993, allora, lei che era una semplice studentessa di linguistica e filologia dell’università di Pisa, si mise eroicamente in cerca del manoscritto mai pubblicato del «Divano» di Hamdis, l’unica traduzione completa in italiano del Diwan perduto del grande poeta: una raccolta di 6.089 preziosissimi versi.
Un’opera importantissima scritta dall’orientalista Celestino Schiaparelli circa cento anni prima, agli albori del ‘900. Giorni e giorni di ricerche in biblioteche e archivi finchè Stefania notò «un plico enorme avvolto in un foglio di carta spessa abbandonato sull’ultimo ripiano in fondo a un vecchio armadio dimenticato, lungo un corridoio dell’università la Sapienza di Roma». Quel malloppo pesante era il manoscritto che cercava.