Wolverhampton – Non Wembley ma Wolverhampton, non uno stadio pieno di tifosi inglesi ma poche migliaia di studenti, niente Europei in palio ma tre punti nel girone di Nations League. Eppure, è sempre Inghilterra-Italia.
Dopo le prestazioni incoraggianti con Germania e Ungheria, gli azzurri volano al di là della Manica per riaffrontare i Tre Leoni.
“Una squadra forte, piena di grandi giocatori, sarà una partita dura come lo è sempre contro l’Inghilterra ma sarà una partita completamente diversa da quella finale”, avverte alla vigilia Roberto Mancini, che con tutte queste gare ravvicinate evita di sbilanciarsi troppo sulla formazione da opporre ai Tre Leoni.
“Dobbiamo aspettarci un pò di cambi, vediamo dopo l’allenamento come sta chi ha giocato l’ultima e chi ha fatto due gare di fila.
Se riuscissi a non stravolgere tutto sarebbe meglio ma per esempio Cristante ha giocato due partite in quattro giorni e ce n’è un’altra martedì. Parlerò con i ragazzi e poi decideremo”, aggiunge il ct azzurro. Se Cristante venisse lasciato fuori, al suo posto uno fra Esposito e Locatelli (“non abbiamo tante scelte in quel ruolo”) mentre in attacco “Scamacca dovrebbe essere il centravanti”.
I risultati del rinnovamento che Mancini sta portando avanti sono sotto gli occhi di tutti ma il ct chiede “calma e tempo. Sono state fatte due buone partite con ragazzi che non avevamo mai giocato insieme ma ci vuole tempo per diventare una squadra. La strada è ancora lunga, noi speriamo lo sia il meno possibile, ma non sarà tutto così semplice”. Il “Mancio”, inoltre, non ha alcuna intenzione di mettere da parte i protagonisti della scorsa estate. “Le vittorie dell’Italia a Wembley rimangono storiche, la nostra è stata in finale dell’Europeo dopo 50 anni. Bisogna avere grande rispetto per quella squadra, ha vinto il titolo continentale con merito e per tre anni e mezzo non ha mai perso, giocando un grande calcio. Ha fatto una cosa che resterà nella storia, impossibile da cancellare.
Poi molti di quei ragazzi sono ancora giovani, sono a casa per recuperare dopo due anni veramente faticosi e questo ci dà la possibilità di provare altri giovani e se facciamo un bel mix si può trovare una grande Nazionale”. Anche per questo, a detta del ct, non ci può essere spazio per il rimpianto di non aver anticipato il ricambio. “Abbiamo vinto l’Europeo e dopo un mese e mezzo abbiamo ricominciato a giocare: era impossibile cambiare la squadra. Quella era anche la squadra che aveva anche cominciato le qualificazioni mondiali e a parte Chiellini e Bonucci erano ragazzi sotto i 30 anni. Non c’è stato il tempo per cambiare e non c’era neanche una logica”.
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(ITALPRESS).