Ragusa – E’ stata molto partecipata, ricca di dibattito e di spunti l’assemblea delle delegate e dei delegati della CGIL di Ragusa aperta alle istituzioni, alle rappresentanze dell’impresa e dell’associazionismo tenuta mercoledì 15 giugno presso il Centro Studi Feliciano Rossitto.
L’assemblea, che precede la fase congressuale che inizierà martedì 21 giugno, avrà il suo epilogo in una manifestazione nazionale a Roma il 18 giugno p.v. sui temi della pace, del lavoro, della giustizia sociale e della democrazia. Presenti i sindaci di Ragusa, Cassì, di Giarratana, Giaquinta, per Vittoria presente l’assessore Giuseppe Fiorellini; Vittorio Avveduto, coordinatore provinciale di LIBERA, Giovanni Iacono Amministratore delegato della SOSVI, nonché i delegati iscritti alla CGIL che hanno dato un valido contributo di analisi e di proposta all’assemblea del tutto aderente alla realtà ragusana. I lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario generale della CGIL di Ragusa, Peppe Scifo, presente Alfio Mannino, segretario generale della CGIL Sicilia.
Come moderatrice Graziella Perticone, segretaria provinciale della CGIL di Ragusa. Nella relazione introduttiva Peppe Scifo ha voluto ricordare che la CGIL si è impegnata da subito contro l’invasione russa, a sostegno degli ucraini, della democrazia e del diritto all’autodeterminazione attraverso aiuti umanitari e progetti di accoglienza. Poi si è passati ai temi locali con la constatazione che la provincia di Ragusa rimane fanalino di coda per ciò che concerne la dotazione di infrastrutture, prova ne sia che l’appalto della Ragusa-Catania è stato rinviato per la terza volta. E’ stata anche evidenziata la necessità di accelerare sui progetti di mobilità intermodale con i collegamenti stradali per gli accessi autostradali, il porto di Pozzallo, l’aeroporto di Comiso e l’autoporto di Vittoria, così come la. necessità di rilanciare il sistema ferroviario per la mobilità delle persone e delle merci. Al centro del dibattito poi i temi quali il lavoro, la totale sostenibilità dell’intero comparto agricolo delle produzioni in serra, l’intervento sui cicli dei rifiuti produttivi, dalle plastiche, agli scarti vegetali e soprattutto l’abbassamento drastico dell’impiego di sostanze chimiche nocive per l’ambiente. Ed ancora si è parlato di adeguata politica regionale suii rifiuti, del tema energetico, di aiuto a chi ha redditi più bassi, tenendo conto che nella nostra provincia mancano spesso i diritti e il giusto riconoscimento salariale specie in alcuni settori.
E’ stata poi ribadita la centralità del tempo indeterminato come forma comune di rapporto di lavoro. Intervenire sul tempo determinato affinché, legato a specifiche causali, risponda solo ad effettive e limitate necessità. Intervenire per regolare il lavoro autonomo e parasubordinato, allargando diritti e tutele. È necessario aumentare il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, il rafforzamento dell’assistenza territoriale e varare una legge sulla non autosufficienza per garantire la presa in carico delle persone e la risposta ai loro bisogni da parte dei servizi pubblici. Per quanto riguarda la scuola si rende necessario il tempo pieno per intervenire sulle povertà educative che rappresentano la massima espressione delle diseguaglianze oggi in Italia, dare ai nostri piccoli le stesse opportunità che hanno gli alunni e gli studenti delle scuole del nord a partire dal tempo scuola. In materia di investimenti per l’Università e la ricerca va invertita la tendenza che vede primeggiare le facoltà scientifiche a discapito degli studi umanistici. Per questo deve giungere il momento di realizzare un piano straordinario di assunzioni finalizzato ad aumentare l’occupazione di donne e giovani con una particolare priorità al mezzogiorno e condizionare al raggiungimento di questi obiettivi le tante risorse e incentivi destinati alle imprese. Necessario garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: non un costo ma un investimento per il presente e per il futuro. Bisogna aumentare i controlli ed eliminare le cause degli infortuni e delle morti sul lavoro: serve un netto contrasto alla precarietà, un intervento deciso sulla catena degli appalti e dei subappalti rendendo effettive e esigibili la clausola sociale, il rispetto dei contratti nazionali, e la pensione anticipata per chi fa lavori usuranti e gravosi”.
La Cgil impegna tutte le Camere del lavoro a convocare assemblee pubbliche di delegate e delegati e attivisti delle leghe, per discutere le proposte, anche insieme agli studenti e alle associazioni presenti sul territorio, invitando rappresentanti delle istituzioni, dei Comuni e delle Regioni, a confrontarsi con la CGIL. infine le conclusione del segretario regionale Alfio Manninno “la realtà politica, sociale ed economica è così mutevole in Europa, in Italia e in Sicilia, che oggi non è possibile disegnare una prospettiva. C’è forte e chiara la necessità di abbattere le diseguaglianze sociali nate dalla pandemia e sostenute dalla guerra in atto nel cuore dell’Europa. Una Sicilia che potrebbe diventare protagonista laddove 26 miliardi di euro del PNRR in sei anni stanno per essere investiti nell’isola e capaci di cambiarne il volto e il futuro; ma questo accadrà solo se ci sarà una macchina amministrativa, oggi inceppata soprattutto nei comuni, capace di gestire, con una adeguata progettualità, queste ingenti risorse. La Sicilia non ha un Piano energetico regionale degno di questo nome, quello di oggi è fotocopia di quello di ieri, e il presidente Musumeci propone i termovalorizzatori del tutto esclusi dai finanziamenti europei con una scelta obsoleta e senza senso. Il lavoro, la sua qualità e dignità devono tornare ad essere al centro del dibattito politico sindacale. Su questi temi verterà anche il futuro congresso della CGIL”. (da.di.)