Ragusa – “La scomparsa del giovane lavoratore edile Daouda ripropone ancora una volta la difficile condizione di vita dei tanti immigrati nel nostro territorio”. E’ quanto scrive in una nota diffusa oggi la Cgil Ragusa. “Sono gli ultimi arrivati i più fragili e vulnerabili, – si legge nella nota della Cgil – quelli ai cui tocca passare per prima attraverso l’obbligatorietà di un lavoro in condizioni di sfruttamento nella totale irregolarità. Sono quelli del collocamento nelle piazze, negli incroci, per strada. Sono quelli che non sanno il nome del datore di lavoro e della ditta per cui lavorano. E che spesso non vengono pagati perché il “ padrone” non si fa più vedere.
Questa volta però a scomparire è un lavoratore, Dauda, persona tranquilla e di buona condotta. Da quello che si apprende dalle notizie che circolano è che Dauda stava lavorando in una impresa edile senza contratto, dove lamentava le dure condizioni di lavoro e di sicurezza. Per questo va approfondito quest’ultimo aspetto della vicenda. Serve indagare in modo capillare la sua condizione lavorativa, i suoi rapporti con l’ aziende per la quale ha prestato manodopera a nero. Abbiamo assistito e contrastato in questi anni condizioni di grave sfruttamento e violenza. Abbiamo esposto denunce formali con prove e abbiamo purtroppo visto la poca attenzione prestata a livello di indagini da parte degli organi inquirenti.
La scomparsa nel nulla di un lavoratore e il passare del tempo senza risposte fa aumentare la preoccupazione sulla sorte del giovane ivoriano operaio in nero ma anche mediatore culturale. Occorre fare ogni sforzo e perseguire tutte le strade, soprattutto quelle delle relazioni lavorative degli ultimi giorni per risalire alla verità. Confidiamo nel lavoro delle Forze dell’Ordine – conclude la Cgil Ragusa – e facciamo appello a chiunque possa fornire notizie utili”. La Cgil si mobilita a tutti i livelli per Dauda, per i suoli familiari e amici affinché si possa fare luce al più presto su questa preoccupante vicenda.
USB Ragusa: Daouda Diane scomparso il 2 luglio nel Ragusa
“L’ultima traccia di Daouda – si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi da USB Ragusa – è di sabato 2 luglio, in un video in cui si riprende all’interno di una betoniera mentre rimuove i residui di cemento con un martello pneumatico. Riusciamo solo ad immaginare la fatica, il caldo e la sofferenza causate dal lavorare in quelle condizioni: il tutto senza un contratto di lavoro e senza il minimo rispetto per le condizioni di sicurezza. Dalle 14,30 di quel sabato il suo telefonino non dà più segnali. La moglie e la figlia risiedono in Costa d’Avorio e lui avrebbe dovuto raggiungerle il 22 luglio: per questo appare impossibile che si sia allontanato volontariamente.
Nonostante le denunce le autorità tardano ad interessarsi del caso. USB Ragusa, che tutti i giorni è al fianco dei lavoratori migranti, non ha fatto cadere nel vuoto la disperazione di parenti e amici e domenica 10 luglio abbiamo organizzato ad Acate una manifestazione ed un corteo di protesta, cui ha partecipato anche il sindaco di Acate, perché le istituzioni si occupino della scomparsa di Daouda. A fine corteo i lavoratori hanno lanciato la proposta di organizzare uno sciopero venerdì 15 luglio.
USB è al fianco dei lavoratori, e deciderà se intraprendere nuove iniziative di lotta insieme a loro. Come Unione Sindacale di Base – conclude la nota di USB Ragusa – ci aspettiamo serie ed importanti indagini, per ritrovare il lavoratore scomparso e per verificare le condizioni in cui era costretto a lavorare”.