Ragusa – Dopo la calma piatta di aprile (nessuna variazione in valore e calo dello 0,5% in volume rispetto al mese precedente), a maggio migliora il bilancio delle vendite al dettaglio in provincia di Ragusa. Lo afferma il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, che evidenzia come le stime preliminari diffuse dall’Istat, per l’area iblea, indichino infatti un aumento dell’1,7% in valore e dell’1,3% in volume su base congiunturale, mentre su base annua c’è una crescita del 6,8% in valore e del 2,4% in volume. Sono in progresso, sempre per la provincia di Ragusa, le vendite dei beni non alimentari (+2,3% in valore e +1,9% in volume su base mensile, +8,1% in valore e +6,5% in volume su base annua), mentre per quanto riguarda i non alimentari si registrano un aumento dell’1,3% in valore e dello 0,6% in volume sul mese precedente e un risultato più contrastato sullo stesso mese del 2021 (+4,2% in valore e -2,9% in volume).
Nel trimestre marzo-maggio 2022, poi, le vendite crescono in valore (+1,1%) e calano leggermente in volume (-0,2%) rispetto ai tre mesi precedenti, con le vendite dei beni non alimentari in aumento (+1,3% in valore e +0,9% in volume) e quelle dei beni alimentari su in valore (+0,4%) e giù in volume (-1,5%).
Tra i beni non alimentari in crescita tendenziale tutti i gruppi di prodotti, soprattutto calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+14,8%) e abbigliamento (+12,7%). Rispetto a maggio 2021, il valore delle vendite al dettaglio cresce per tutte le forme di vendita: grande distribuzione (+6,1%), imprese operanti su piccole superfici (+7,1%), vendite al di fuori dei negozi (+5%) e commercio elettronico (+15,1%). “Il miglioramento registrato a maggio (il dato più elevato da giugno 2021), dopo alcuni mesi non particolarmente brillanti – sottolinea il presidente Manenti – è un segnale di come la nostra economia, a livello locale, riesca a trovare, anche in una situazione complicata, spunti di inaspettata vivacità che dovrebbero portare, come già indicato nella Congiuntura di giugno da parte del nostro Ufficio studi, ad una crescita del Pil dello 0,5% congiunturale nel secondo trimestre.
Nonostante la decisa accelerazione dell’inflazione, le famiglie continuano a mostrare una forte propensione a recuperare i livelli di consumo precedenti la pandemia. Ma è una tendenza che rischia di esaurirsi, in presenza di dinamiche inflazionistiche elevate come quelle attuali, già a fine estate con un impatto negativo sulla crescita nei mesi finali del 2022”.