Modica – “Ringrazio la Federazione Italiana Scherma che ha scelto Modica, tra tutte le Città italiane, per indirizzare la propria quota di fondi PNRR da destinare alla realizzazione di infrastrutture sportive. Ma, al contempo, non posso non notare come, graduatoria alla mano, siano stati stravolti gli obiettivi per i quali la Sottosegretaria Vezzali aveva pubblicato il bando “Sport e Inclusione”. Scopo di quel bando era infatti creare un connubio tra le federazioni sportive ed i comuni, in particolar modo del Sud Italia.
Dei 45 progetti ammessi a finanziamento solo una decina si trovano a sud di Roma. Per il resto le solite grandi Città del nord”. Ignazio Abbate commenta così la divisione dei fondi PNRR riservati allo sport in Italia: “Nella scelta di Modica ha prevalso sicuramente la sua grande tradizione nella disciplina. E di questo non possiamo che esserne fieri e ringraziare sempre chi ha scritto questa storia. Competenza significa anche avere quella capacità di saper fare, perché si è già fatto. A Modica siamo riusciti a drenare risorse dei fondi del bando Coesione al sud.
In Regione riproporremo il modello Modica, investendo al meglio tutti i fondi disponibili. Al contempo essere l’unica opera finanziata in Sicilia ci induce ad una serie di riflessioni che porteremo sui tavoli opportuni. Lo sport siciliano deve ritrovare appeal nei confronti di tutta la nazione. E’ inutile prendersela con le singole federazioni che hanno preferito l’Emilia Romagna o il Veneto o il Trentino per costruire altre strutture da aggiungere a quelle già esistenti. Piuttosto bisogna guardarci dentro e capire perché la Sicilia non fa presa sui vertici di qualsiasi federazione. E’ indubbio che l’atavica carenza infrastrutturale non aiuti chi avrebbe l’intenzione di investire sullo sport isolano.
Da decenni troppe promesse non mantenute hanno fatto stancare e disamorare chi nello sport ha sempre creduto ed investito. Le società sportive, soprattutto quelle di alto livello, devono sostenere costi esorbitanti che arrivano fino al 40% in più rispetto ai competitors dello stesso campionato con sede però oltre lo stretto.
Non esiste, ad esempio, una continuità territoriale, sul modello sardo, che aiuti ad abbattere le spese e gli atleti di grande livello hanno sempre remore nel vestire la maglia di una squadra siciliana per via dei disagi logistici che affrontiamo quotidianamente. E’ arrivato il momento di mettere mano a tutto il comparto che ha bisogno di una profonda ristrutturazione. Non si può più pensare di delegare tutto alla passione dei dirigenti.
E’ necessaria la vicinanza della politica che deve compensare il gap territoriale con interventi concreti ed importanti. Solo così avremo un’attrattiva tale da favorire gli investimenti anche nella nostra terra come avviene in altre parti d’Italia. Aumentando gli investimenti ci sarà una ricaduta sia di immagine che economica su tutta la Regione visto che è in dubbia la valenza promozionale che la disciplina sportiva ha per ogni territorio. L’indotto sociale e turistico che genera lo sport è enorme, non saperlo sfruttare è un peccato mortale. Bisogna continuare il lavoro che ha cominciato il Governo Regionale negli ultimi anni stringendo però rapporti di collaborazione più intensi con le singole federazioni”.