Roma – Centocinquanta giorni dopo l’invasione russa, radio e tv continuano a dedicare maggiore attenzione e spazio alla guerra in Ucraina rispetto alla pandemia o alle vicende politiche interne: negli ultimi tre mesi, infatti, sui canali televisivi e radiofonici nazionali il conflitto ha ottenuto 16.701 citazioni, quasi un migliaio in più del Covid (15.867) e oltre un terzo in più del governo (10.203).
Il dato emerge dal monitoraggio sulle principali emittenti televisive (i canali generalisti Rai1, Rai2, Rai3, Rete4, Canale5, Italia1, La7 e le reti allnews RaiNews24, SkyTg24 e TgCom24) e radiofoniche (RaiRadio1, RaiRadio2, RaiRadio3, Radio24, Rai Isoradio, Radio Capital, RDS, RTL 102.5, Radio DeeJay, Radio Monte Carlo) svolto da Mediamonitor.it, piattaforma che utilizza tecnologia e soluzioni sviluppate da Cedat 85, azienda attiva da oltre 35 anni nella fornitura dei contenuti provenienti dal parlato.
Mediamonitor.it ha indagato quale, fra le voci “Covid”, “guerra in Ucraina” e “governo Draghi” sia stata la più citata dalla mezzanotte di venerdì 6 maggio alle 12 di lunedì 25 luglio.
Analizzando i dati mese per mese, emergono tuttavia delle differenze. Se a maggio la classifica stilata da Mediamonitor.it vede la guerra in Ucraina saldamente in testa con 6.431 menzioni, seguita da Covid (4.336) e governo Draghi (2.023), a giugno la situazione rimane invariata ma il vantaggio si assottiglia: le citazioni relative al conflitto scendono a 5.948, mentre quelle inerenti alla pandemia e al governo salgono rispettivamente a 5.289 e 2.404.
Nel mese di luglio, infine, si assiste a un vero e proprio ribaltone: complici la nuova ondata di contagi dovuta alla variante Omicron 5 e la crisi di governo scatenata dalla decisione del M5S di non votare la fiducia al decreto legge Aiuti, il Covid, con 6.242 citazioni, e il governo (5.776) si appropriano della scena mediatica, venendo pronunciate rispettivamente oltre 10 e 9 volte all’ora e relegando la guerra in Ucraina sul gradino più basso del podio (4.322).
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(ITALPRESS).