Monterosso Almo – Ieri era la terza domenica di settembre. E, come ormai da tradizione secolare, tutta Monterosso Almo è scesa in piazza per onorare la patrona e protettrice, come accade sin dal 1644 senza soluzione di continuità (eccezion fatta per la pandemia), del centro montano.
Il simulacro della Madonna Addolorata, già al centro della Scinnuta di sabato, dopo la celebrazione eucaristica di metà mattina, presieduta dal vicario generale della diocesi di Ragusa, mons. Roberto Asta, è uscito dal santuario accolto dal suono festoso delle campane e dai giochi pirotecnici.
E’ stato, soprattutto, il lancio di “’nzaiarieddi” di colore celeste e di colore rosso a calamitare l’attenzione delle centinaia di fedeli e devoti presenti in piazza Sant’Antonio.
Monterosso Almo: la processione della Madonna Addolorata
Subito dopo, guidata dall’arciprete don Giuseppe Antoci, ha preso il via la processione di mezzodì per le vie principali del centro mentre il pregevole simulacro è stato accompagnato da migliaia di devoti alla Madonna al grido di “Viva a Beddamatri”. Ieri pomeriggio, poi, si è svolta la tradizionale “cena”, ovvero la vendita all’asta dei doni, tra cui prodotti tipici e soprattutto le specialità dolciarie preparate dalle casalinghe del posto.
Tra questi la “pagnuccata”, il torrone e i cannoli. In serata, la folkloristica processione vespertina che, tra due ali di folla, si è conclusa col rientro in chiesa Madre del simulacro della Vergine Addolorata, condotto a spalla dai devoti. Immancabili, poi, i giochi d’artificio che sia la mattina, subito dopo l’uscita, che in periodo notturno, quasi a conclusione della processione, hanno rappresentato una spettacolare cornice per un evento religioso che, ancora una volta, ha messo in luce l’amore filiale che intercorre tra l’Addolorata e i cittadini di Monterosso Almo.
E’ stato il sindaco ad affidare, inoltre, la cittadina montana alla protezione materna della Vergine. Stiamo, parlando, del resto, di una festa che ha origini antiche e che ha preso il via nei giorni scorsi con il novenario in santuario. Qui il simulacro è stato nuovamente sistemato, a conclusione di tutte le celebrazioni, sull’altare maggiore.