Palermo – “Abbiamo il presidente della Regione siciliana: Renato Schifani. Palermitano e di Forza Italia. Si è tanto parlato del voto disgiunto in campagna elettorale, ma non c’è stato tranne qualcosa di fisiologico”. Così il leader di Fi in Sicilia, Gianfranco Miccichè, parlando con i cronisti nel comitato elettorale di Schifani.
Secondo la terza proiezione di Opinio Italia per la Rai, Renato Schifani, candidato presidente della Regione del centrodestra, è in testa con il 42%. Secondo è Cateno De Luca, di Sicilia Vera, con il 22,6%.
Seguono l’eurodeputata del Pd Caterina Chinnici, candidata del centrosinistra, col 17%, e Nuccio Di Paola, del M5s, con il 16,1%. I dati si riferiscono a un campione del 43%. In Sicilia è possibile il voto disgiunto e, secondo la proiezione del consorzio, la coalizione del centrodestra avrebbe ottenuto il 48,4%, il 6,4% in più del proprio candidato governatore. Dato invertito per De Luca avrebbe ottenuto il 4,6% in più dei voti del suo movimento (18%). Il voto disgiunto ha interessato, ma in maniera minore, anche gli altri due candidati che hanno avuto più preferenze di quelle ottenute dalla coalizione: la Chinnici al 17%, contro il 16,1% del centrosinistra, e Nuccio Di Paola, col 16,1%, contro il 15,4 del M5s.
In Sicilia irrompa “Scateno” De Luca: ora sogna l’Italia
Temuto dai competitor politici per il suo appeal elettorale e la sua capacità di interessare gli interlocutori. Impossibile, in Sicilia, ignorare Cateno De Luca. Per la sua forte personalità sfociata in una campagna elettorale a tratti ‘aggressiva’ tanto da fargli confermare il soprannome di ‘Scateno’. E’ stato presente sul territorio, battuto palmo a palmo, e ‘assillante’ sui social, con comunicati e video. Cateno De Luca, leader di Sicilia Vera, sposato, due figli, è stato un ‘finto’ outsider delle Regionali nell’isola: i dati lo danno secondo per il ruolo di governatore, dietro al candidato del centrodestra, Renato Schifani, nella successione a Nello Musumeci, ma non ha perso la speranza di coronare il suo sogno da bambino, mai nascosto: diventare presidente della Regione. Anzi, per dirla alla sua maniera, ‘sindaco di Sicilia’. Aspetta l’esito ufficiale del voto all’Ars, convinto di essere ancora in corsa per la vittoria perché ritiene i sondaggi ‘farlocchi’, nella casa di campagna nella natia Fiumedinisi, nel Messinese, postando foto mentre cucina all’aperto e “mangiando un bel galletto ruspante bollito nel mio angolo di paradiso e poi porto a spasso il mio vitellino Valentino”. E’ conosciutissimo in Sicilia, meno fuori dall’isola, ma il suo movimento è presente anche in Calabria, Puglia, Emilia-Romagna e Abruzzo.
Debacle per ex Pm Ingroia, penultimo con l’1,1%
Bottino magro per l’ex pm Antonio Ingroia, candidato alla Camera nell’uninominale nel collegio Sicilia 1- U06. Dopo la cocente sconfitta delle scorse politiche, l’ex magistrato ci ha riprovato con la lista Italia Sovrana e Popolare riportando un risultato piuttosto deludente: 1852 voti (pari all’1,1%) contro i 58283 di Marta Fascina,(36%), fidanzata dell’ex premier Silvio Berlusconi. Ingroia, che ha lasciato la magistratura poco dopo le scorse politiche, è risultato penultimo. Peggio di lui ha fatto solo Davide Vicari di Unione Popolare con i suoi 1385 voti.