Negli Usa è lotta allo zucchero e al sodio negli alimenti per una dieta sana. La Food and Drug Administration per definire un alimento ‘sano’ ha introdotto un nuovo limite sugli zuccheri aggiunti che non devono superare i 2,5 grammi per porzione e limita la quantità di sodio nel cibo a non più di 230 milligrammi.
La Food and Drug Administration, Fda, ha presentato una nuova proposta che modificherebbe i criteri secondo cui essa considera “sani” gli alimenti confezionati. Il tentativo è quello di modernizzare l’approccio alla nutrizione e ridurre l’onere delle malattie legate alla dieta, informa il New York Times.
Attualmente, solo circa il 5% di tutti gli alimenti confezionati è infatti etichettato come “sano”.
Aggiunge però il giornale che “la definizione, che è stata fissata nel 1994”, consente ai produttori di alimenti di aggiungere la parola ‘sano’ ai prodotti, a condizione che essi abbiano quantità limitate di grassi totali, grassi saturi, colesterolo e sodio e forniscano almeno il 10% del valore giornaliero di uno o più di questi valori: vitamina A, vitamina C, calcio, ferro, proteine o fibre alimentari. Frutti di mare, selvaggina e frutta e verdura cruda hanno criteri leggermente diversi.
Nel 2016, la Fda ha però aggiornato le sue linee guida per consentire che alcuni alimenti contengano più grasso totale e per includere alcuni che forniscono almeno il 10% del valore giornaliero di vitamina D o potassio”. Ma c’è un punto debole: “Fondamentalmente, ora non v’è alcun limite agli zuccheri aggiunti, secondo l’attuale definizione”, e ciò viene considerato un’omissione che la Fda ritiene in contraddizione con la scienza della nutrizione odierna.
“La vecchia regola era davvero obsoleta: potevi creare qualsiasi tipo di cibo Frankenstein che soddisfacesse i criteri nutrizionali ed etichettarlo come sano”, ha affermato il dottor Dariush Mozaffarian, cardiologo e professore di nutrizione presso la Tufts Friedman School of Nutrition Science and Policy a Boston. “Questo è un grande progresso”, ha commentato.
La norma proposta, che l’agenzia ha annunciato in concomitanza con la Conferenza della Casa Bianca su fame, nutrizione e salute di mercoledì della scorsa settimana, “introduce un nuovo limite sugli zuccheri aggiunti, in generale non più di 2,5 grammi per porzione, anche se questo può variare a seconda del cibo. Inoltre, limita la quantità di sodio a non più di 230 milligrammi per porzione e fornisce limiti per i grassi saturi, che possono variare in modo simile a seconda del cibo”, afferma la Fda.
Capita così che una porzione di yogurt da sei once (un’oncia è più di 28 grammi) non si qualifichi come “sana” secondo la nuova regola se contenesse più di 2,5 grammi, o il 5% del valore giornaliero, di zuccheri aggiunti; una cena congelata a base di salmone, fagiolini e riso integrale non si qualificherebbe come “sana” se contenesse più di quattro grammi di grassi saturi.
Secondo prontuario della Fda, “la nuova definizione mira a incoraggiare un’alimentazione sana dando la priorità a un mix di verdure, frutta, cereali, latticini, proteine e alcuni oli, compresi gli oli vegetali”, quindi un alimento “sano” dovrebbe contenere una quantità minima di almeno uno di questi gruppi di alimenti e rientrare nei limiti proposti per i grassi saturi, il sodio e gli zuccheri aggiunti. Frutta e verdura intera cruda si qualificherebbero automaticamente.
I commenti a tale proposito sono contrastanti: pur applaudendo alcuni aspetti dell’aggiornamento proposto, in particolare il limite agli zuccheri aggiunti, c’è chi sottolinea che esiste un problema fondamentale con l’etichetta, che rimarrebbe discrezionale. E i consumatori potrebbero erroneamente pensare che qualsiasi alimento senza un’etichetta “sano” sia automaticamente malsano. Il salmone è dentro, lo yogurt zuccherato fuori.