Apriti cielo! La notizia che il sindaco di Ragusa Peppe Cassì avesse, con uno scarno e stringato comunicato stampa, diffuso nella tarda mattinata di lunedì 17 ottobre, a poche ore dalla seduta del consiglio comunale, avesse, dicevamo, ritirate le deleghe dell’assessore Ciccio Barone, non poteva non suscitare un vespaio politico, i cui primi interventi si sono registrati appunto durante la seduta consiliare per poi proseguire nelle note stampa di martedì 18 ottobre.
Per il capogruppo 5 stelle Sergio Firrincieli, che dopo tanto tempo precisa di parlare anche a nome dei suoi compagni di gruppo Antonio Tringali, Zaara Federico e Alessandro Antoci, non ci sono dubbi nell’affermare “forse l’ex assessore Barone cominciava a splendere più del sindaco e allora è stato allontanato per questo motivo?” per poi proseguire “vogliamo capire, non vogliamo assolutamente interpretare le parole del primo cittadino che, in un secondo momento, anche in aula, ieri sera, ha cercato di spiegare quali le ragioni di questa presa di posizione. E’ chiaro, però, che se questa mancanza di fiducia che ha portato al defenestramento dell’assessore dovesse anche riguardare la città, e non solo il rapporto personale tra due individui, ci aspettiamo naturalmente delle azioni conseguenti”.
Il discorso di Firrincieli naturalmente non si esaurisce nel prendere atto di una incompatibilità (da tempo se ne sussurrava più o meno velatamente) tra i due esponenti dell’amministrazione, ma cerca di allargare la prospettiva generale “se è venuto meno il rapporto di fiducia con l’assessore Barone, sicuramente è venuto meno il rapporto di fiducia con quella parte di città che lui rappresenta, con quella che ha rappresentato in questi anni. Di più: non dobbiamo dimenticare che il sindaco Cassì è una “creatura” politica di Ciccio Barone e quindi non possiamo assolutamente immaginare il motivo di questa dichiarazione forte, importante, da parte del primo cittadino. Sono calate delle ombre di dubbio, naturalmente, alla luce proprio di queste dichiarazioni, sulla figura dell’assessore.
Abbiamo preso atto, di sicuro, delle affermazioni di entrambi. Barone spiega che racconterà la sua verità. Una cosa è certa. E’ stato il mentore politico di Cassì, ne ha proposto e sponsorizzato la figura durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative. E’ stato attore dietro le quinte per poi uscire sul palco dopo sei mesi di attività da parte della neonata Giunta”. Poi il capogruppo pentastellato conclude “ci chiediamo come si può arrivare a questo punto considerato che dovrebbe esserci un minimo di riconoscenza, da parte del sindaco, per quel momento che ricordiamo essere la primavera del 2018? Ecco perché affermiamo che, al di là di tutte le spiegazioni, non riusciamo a comprendere questo atteggiamento. A maggior ragione perché Barone, non ce ne voglia nessuno, è stato forse l’unico lampo di luce che questa mediocre amministrazione ha potuto esprimere, un lampo di luce in termini di operosità, in termini di iniziative, in termini decisionali. E, questo, a fronte del fatto che per il resto c’è stato buio pesto”. Di simile tenore, anche se con sfumature diverse, la nota di commento diffusa da Maurizio Tumino, leader del gruppo Insieme.
Dice l’ingegnere parlando ironicamente di ‘misteri del sindaco Cassì’ “mancava poco, ormai, alla fine del mandato, avrebbe potuto concludere con apparente normalità i cinque anni di vuota propaganda, senza risultati concreti se non il completamento di qualche opera pubblica ereditata dalle precedenti amministrazioni. Invece, quasi a dare una scossa al nulla, il Sindaco decide di licenziare uno dei suoi assessori, affermando che è venuto a mancare il rapporto fiduciario, adducendo successivamente come motivazione il mancato rispetto politico, dimenticando, però, o facendo finta di dimenticare, di allontanare, dalla maggioranza che lo sostiene, la pattuglia di consiglieri comunali di riferimento dell’assessore defenestrato colpevoli, anche loro di aver partecipato, attivamente, alla campagna elettorale di un candidato alle Regionali non gradito all’attuale amministrazione. Fatti gravi dietro la defenestrazione dell’assessore o piccoli interessi di bottega all’interno della giunta? Mistero. Ma d’altronde Cassi non è nuovo ad atteggiamenti che poco hanno a che spartire con il rituale politico. Litiga con Fratelli di Italia, non fa nulla per ricucire i rapporti, vede il partito ritirare l’appoggio all’amministrazione ma si tiene l’assessore che da Fratelli d’Italia era stata indicata e, al contempo, mantiene la delega all’assessore dallo stesso partito indicato. Nelle ultime elezioni Regionali e Nazionali Cassì ha fatto campagna elettorale per i candidati di vertice di Fratelli d’Italia però non smentisce le voci di possibili riavvicinamenti. Ma come potrebbe giustificare la sua assoluta lontananza dai partiti e, soprattutto, come potrebbe dimenticare quanto scritto, dall’uscita dalla maggioranza, dal coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia?
Mistero. E infine, dato che il Sindaco ha deciso, a fine mandato, di vuotare il sacco ci tolga un dubbio: ma il quadro esposto alla Badia era un Caravaggio oppure no? Mistero. In verità il Sindaco sembra piuttosto preoccupato per i movimenti elettorali, in atto e in itinere, che acclarano l’esigenza, sentita da molti, di una svolta nell’amministrazione della città. Una cosa è certa: è davvero arrivato il momento di restituire la guida della Città a gente esperta, conoscitrice della macchina amministrativa, avulsa da logiche clientelari ed estranea ad interessi particolari e che abbia veramente a cuore la crescita della nostra comunità. E’ tempo di riaccendere la speranza. Non è mai troppo tardi, neppure per il Sindaco Cassi”. E poi è il caso di ricordare che a monte di questa ‘punizione’ per l’assessore Barone, ci sarebbe, stando ai social locali, la ormai famosa foto che vedeva insieme lo stesso Barone, il segretario di Territorio Ragusa Raffaele Schembari e il giovane avvocato Riccardo Schininà, già consigliere Pd in precedenti consiliature ed ora appena uscito pubblicamente con il movimento GenerAzione. Stando ai commentatori politici, i tre sarebbero stati in predicato di presunte primarie per la candidatura a sindaco in un altrettanto presunto ‘campo progressista’. Del resto Schembari è segretario di Territorio, che pur non essendo schierato politicamente, ha comunque come suo punto di riferimento Nello Dipasquale appena rieletto deputato regionale Pd; Schininà vanta come dicevamo una consiliatura nel Pd seppur risalente ad anni fa, e Barone? che si sia spostato nel campo di centrosinistra? che si stato questo il motivo di allarme che ha preoccupato Cassì? E in tutta questa ridda di voci incontrollate che posizione assume il partito democratico locale ed il suo segretario cittadino Peppe Calabrese? Tutte domande che probabilmente troveranno risposta nel prossimo futuro. (daniele distefano)