Modica – Bonus energia e abbattimento costi carburante per le imprese siciliane. Sono queste alcune delle soluzione che potrebbero dare un po’ di sollievo al settore dell’agricoltura. A sostenerlo è il deputato, ex sindaco di Modica, Ignazio Abbate. “Il comparto agricolo, forse più di ogni altro, – spiega il deputato Abbate – sente la necessità di mettere in campo nuovi strumenti contro il caro energia. E’ nostro preciso dovere aiutare tutte quelle imprese che stanno patendo l’aumento indiscriminato dei costi energetici.
In che modo poter venire incontro tempestivamente e concretamente agli imprenditori agricoli? Innanzitutto predisponendo delle misure mirate all’erogazione di bonus energia per abbattere i costi delle bollette elettriche. Sarà compito del Governo regionale rintracciare i fondi e metterli a disposizione delle aziende di un comparto che storicamente è stato trainante dell’intera economia siciliana. Il tutto senza entrare in contrasto con le norme comunitarie che limitano l’aiuto alle imprese stabilendo un “de minimis” che non può essere superato. Chiaramente questi bonus, da soli, non basteranno a risollevare le imprese agricole dal baratro in cui il caro energia le sta facendo precipitare. Ad essi bisognerà associare necessariamente aiuti che riguardano l’acquisto del carburante per i mezzi da lavoro.
Per fare ciò bisognerà intanto snellire la burocrazia – aggiunge il deputato Abbate – che c’è oggi dietro il rilascio di un libretto UMA (Utenti Motori Agricoli) legando l’erogazione del carburante agricolo alla consistenza storica dell’azienda che può essere certificata attraverso il fascicolo aziendale e non con certificazione annuale di contratti di affitto di terreni che si portano alle lunghe fino a fine anno mettendo a rischio l’erogazione del carburante e creando un danno enorme alle aziende. Il prezzo stesso non può essere solo legato all’abbattimento delle accise che da solo non può bastare ma deve essere accompagnato da un contributo a fondo perduto proporzionato con erogazione annuale.
La situazione deve essere trattata nello stesso modo in cui si tratta una calamità naturale perché in Sicilia, ormai, è consolidato un costo di produzione molto più elevato del resto d’Europa per la nostra stessa posizione geografica e atmosferica. Piovendo solo in un limitato periodo dell’anno, infatti, costringe l’agricoltore a costi esorbitanti per estrarre l’acqua dal sottosuolo”.