Dicevamo appena ieri che a Ragusa, riguardo alle prossime amministrative della prossima primavera, non ci sono ancora in atto, o forse non sono ancora ben visibili, le grandi manovre che ci si aspetta: se i partiti scenderanno in campo con propri simboli, se si darà la preferenza alle aggregazioni cosiddette civiche, quali sceglieranno il campo del centrodestra vincente a livello nazionale, o quanti preferiranno arroccarsi nell’area piuttosto malconcia del centrosinistra, se si formeranno alleanze a sinistra del Pd, se ci sarà chi correrà al di fuori da queste logiche e ci riferiamo in particolare al movimento che si raccoglie intorno a Cateno De Luca, il cui esponente ragusano Saverio Buscemi ha già annunciato di aver avviato contatti con altre forze e che si intende comunque partecipare alla scadenza elettorale con una propria lista.
Nel frattempo le forze politiche già presenti in consiglio comunale dove sono state schierate sui banchi dell’opposizione, tracciano i loro consuntivi dell’azione amministrativa del sindaco Cassì e della sua amministrazione. E il gruppo Insieme, presente in consiglio con il consigliere Giorgio Mirabella, espone la propria articolata disanima di quanto (non) fatto dal primo cittadino uscente. “Cassì e il programma elettorale del 2018. Abbiamo atteso in rispettoso silenzio che si attuasse il programma elettorale presentato nella primavera del 2018. I tempi sono ormai maturi per una quanto mai legittima analisi di quello che sarebbe stato attuato.
Riteniamo che l’attuazione del programma elettorale costituisca una credenziale di fondo di ogni sindaco e la mancata osservanza dei punti salienti, non quella addebitabili a cause di forza maggiore, ma la mancata attuazione senza plausibili motivi, debba costituire elemento essenziale di giudizio per un primo cittadino che vuole ricandidarsi alla carica. E questa analisi assume quanto più un valore se portata avanti da chi comunque non sarà concorrente con un suo candidato diretto alle prossime elezioni comunali. Il programma elettorale di Cassì si basava su 8 punti cardine di quella che sarebbe stata l’attività nel quinquennio 2018-2023. Possiamo dire già che ben poco di quanto proposto agli elettori ha avuto un seguito, peraltro non in maniera esaustiva rispetto alle esigenze della materia in oggetto e senza soluzioni radicali. Va detto che l’attuale amministrazione ha agito in un contesto sì caratterizzato dalla emergenza pandemica ma per questo soggetto ad una serie di finanziamenti, contributi e agevolazioni in tutti i settori dai quali solamente amministratori capaci hanno saputo ricavare benefici concreti. Cosa che non si può dire di questa amministrazione.
Il primo punto del programma elettorale riguardava lo sviluppo economico: punto che è rimasto in testa anche alla rassegna dei fallimenti di questa amministrazione. Il Comune doveva promuovere lavoro, ci doveva essere un piano di rinascita agricola, si doveva incentivare il ricambio imprenditoriale, giovanile e femminile, si doveva rilanciare il Corfilac, si doveva riqualificare il Foro Boario. Tutto fermo al palo, come l’organizzazione di imprese giovanili in ambienti di lavoro condivisi, come gli sgravi di tasse comunali promessi per le imprese che avrebbero assunto over 50 e under 30 come pure per gli esercizi commerciali o artigianali insediati in centro storico. Non una sola tematica è stata attuata. Fin troppo evidente che non ci sono state politiche per il lavoro, nessuna incentivazione per il ricambio imprenditoriale, nessuna attenzione né iniziative per i giovani e per le donne. Sconosciuto il piano di rinascita agricola. Sul Corfilac, al di là delle passerelle di rito, nulla è stato fatto e resta nelle mani dell’Università di Catania, solo alla fine dei 5 anni si parla di riqualificazione del foro boario e di trasformazione in Polo fieristico peraltro ultimamente finanziato dalla Regione. Un totale fallimento le politiche di sviluppo economico, ignorato il punto di sgravi fiscali per chi assume over 50 e under 30, del tutto discutibili i riscontri alla iniziativa “Sto a Ragusa”, concepita inizialmente per favorire l’insediamento di nuove attività commerciali in via Roma e nelle vie adiacenti, allargata alla fine ad un perimetro del centro storico del tutto poco condivisibile.
Da quattro edizioni si concedono contributi ma non si avvertono gli effetti di queste nuove aperture, né in città, né in via Roma che resta desolatamente vuota, sempre più abbandonata destinataria di annunci per una riqualificazione che non parte mai, prima per non sfavorire le attività nel periodo delle feste natalizie, poi in quello dei saldi, non si è sfruttato nemmeno il periodo estivo, poi c’è stata la festa patronale, a questo punto lecito pensare che il programma dell’iniziativa era solo un bluff. In ogni caso l’amministrazione ha dimostrato di non avere nessuna contezza di quello di cui si dovrebbe occupare il settore sviluppo economico. Diventa non più procrastinabile invertire la rotta e ritrovare la strada maestra”. (da.di.)