Ieri 4 Novembre si è tenuto presso il Padiglione Nazionale Grenada la sinossi sulla produzione dell’artista ragusana Maria Elvira Salonia. Con l’opera dal titolo “Il Futuro come bersaglio” Maria Elvira Salonia, sensibile ed emblematica artista siciliana, è tra gli artisti partecipanti al collettivo Identity Collective nel Padiglione Nazionale Grenada alla 59. Biennale di Venezia Arte. Inaugurata lo scorso 23 aprile e visitabile fino al 27 novembre 2022 questa edizione della Biennale di Venezia, posticipata di un anno a causa della pandemia, è curata da Cecilia Alemani che ha scelto come tema e titolo “Il Latte dei Sogni”, prendendo ispirazione dal libro illustrato di racconti per bambini della scrittrice e pittrice britannica Leonora Carrington, scritto negli anni cinquanta.
L’opera di Maria Elvira Salonia è all’interno del percorso espositivo dal titolo “An Unknown that Does Not Terrify”. La mostra parte dall’analisi dello Shakespeare Mas per ragionare sul pensiero del filosofo e scrittore della Martinica Edouard Glissant, volto ad indagare il “diritto all’opacità”, inteso come “diritto a non essere compresi totalmente e non comprendere totalmente l’altro perché ogni esistenza ha un fondo complesso ed oscuro che non può essere attraversato da una pretesa conoscenza totale”.
Venerdì 4 Novembre c’é stata la presentazione ufficiale del Maestro Salonia, membro di Identity Collective, con un particolare focus rivolto all’opera in mostra “Il Futuro come bersaglio”. La composizione indaga sul tema della guerra, sulle sue conseguenze, sulla resilienza laddove, come scrive Stefania Pieralice: “il dilaniato cartello, giallo opaco, diviene bersaglio di colpe non dette, imposte dalle ferree regole del super Io.”. Un’opera capace di suscitare emozioni e sentimenti contrastanti, dove l’amarezza e il dolore causati dalla guerra lasciano intravedere una luce di speranza per un futuro migliore, si spera, non troppo lontano.