C’è anche l’esenzione Imu per le case occupate nell’ultima bozza della legge di Bilancio che arriverà oggi, 28 novembre, alla Camera. La bozza in circolazione nelle ultime ore, composta da 155 articoli, sarebbe per il 95% quella definitiva da ritoccare con le ultime revisioni. Oltre all’esenzione Imu per le case occupate (solo se risulta denuncia) c’è anche un tetto Isee per l’incremento dell’assegno unico e universale e un nuovo pacchetto sull’ambiente e una serie di opere infrastrutturali come il terzo lotto della Tav, l’alta velocità Torino-Lione. Definite alcune norme che nella prima bozza avevano solo il titolo come il mese in più di congedo per le mamme, l’assegno unico rafforzato, opzione donna che compare però con l’ipotesi di età di uscita legata al numeri di figli che sarebbe però in fase di valutazione nelle ultime ore.
Esenzione Imu per case occupate
Spunta quindi l’esenzione dall’Imu per i proprietari di immobili occupati che abbiano presentato regolare denuncia. L’esenzione – si legge nell’ultima bozza all’articolo 21 – riguarda «immobili non utilizzabili né disponibili, per i quali sia stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria in relazione ai reati di cui agli articoli 614, secondo comma, o 633 del codice penale o per la cui occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale. Il soggetto passivo comunica al comune interessato, secondo modalità telematiche da stabilire con decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze, da emanarsi entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del presente provvedimento, sentita la Conferenza Stato-città ed Autonomie locali, il possesso dei requisiti che danno diritto all’esenzione. Analoga comunicazione deve essere trasmessa nel momento in cui cessa il diritto all’esenzione». E nel mentre si lavora per definire l’esenzione per le case occupate una sentenza dello scorso mese di ottobre ha annunciato il via libera alla doppia esenzione Imu per alcuni coniugi.
Esenzione Imu coniugi: doppia esenzione su due case
Marito e moglie che risiedono in abitazioni diverse hanno diritto all’esenzione IMU per entrambi gli immobili, a patto che rispettino la condizione della doppia residenza e della dimora abituale. A stabilirlo è la Corte Costituzionale che, con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022, è tornata sul tema IMU dando alle coppie la possibilità di godere del beneficio IMU su entrambe le abitazioni e non soltanto su di una a scelta. Come noto, l’art, 5-decies, comma 1, del DL n. 146/2021 (convertito con modificazioni dalla Legge n. 215/2021) ha stabilito che, nel caso in cui i coniugi abbiano due residenze diverse, è possibile godere dell’esenzione dal pagamento dell’imposta soltanto per uno dei due immobili. Questo a prescindere dai Comuni in cui sono localizzate le unità immobiliari. La scelta dell’immobile da esentare dall’imposta, sempre secondo la norma, va fatta direttamente dal contribuente in sede di compilazione della dichiarazione IMU, barrando il campo 15 relativo all’esenzione e riportando nel campo annotazioni “abitazione principale scelta dal nucleo familiare ex art.1, comma 741, lett. b) della Legge n. 160/2019”.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022, è intervenuta, utilizzando un termine calcistico, “a gamba tesa” sul tema IMU e residenze diverse dei coniugi. Ribadisce con chiarezza che “in un contesto come quello attuale caratterizzato dall’aumento della mobilità nel mercato del lavoro, dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e tecnologici, dall’evoluzione dei costumi, è sempre meno rara l’ipotesi che persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi, ricongiungendosi periodicamente, ad esempio nel fine settimana, rimanendo nell’ambito di una comunione materiale e spirituale. Pertanto, ai fini del riconoscimento dell’esenzione dell’abitazione principale, non ritenere sufficiente la residenza e la dimora abituale in un determinato immobile determina una evidente discriminazione rispetto a chi, in quanto singolo o convivente di fatto, si vede riconosciuto il suddetto beneficio al semplice sussistere del doppio contestuale requisito della residenza e della dimora abituale nell’immobile di cui sia possessore”. A questo punto è chiaro che, secondo la Corte, negare la doppia esenzione IMU ai coniugi che per esigenze reali devono obbligatoriamente occupare due abitazioni diverse costituisce un ostacolo alla formazione e all’equilibrio della famiglia.
Ora la palla passa al legislatore e ai Comuni. Il primo dovrà porre mano alla norma per cambiarla in funzione del nuovo orientamento, i secondi dovranno vigilare affinché non si verifichino degli abusi da parte di contribuenti che, in malafede, approfittano della nuova regola dichiarando una doppia residenza quando in realtà dimorano nella medesima abitazione.