Chiaramonte Gulfi – Il particolarissimo ricamo denominato “Punto Chiaramonte” potrebbe presto lasciare i centrini o i corredi per trasferirsi su capi di alta moda, componendo abiti unici e costosissimi, offrendo così un futuro certo, e redditizio, a quella che è una tipicità del Comune di Chiaramonte Gulfi. Una futura task force locale si occuperà dell’attività di promozione del punto ricamo presso le case di alta moda e tra gli istituti di moda. Inoltre, anche per incrementare il turismo esperienziale, l’Amministrazione comunale intende creare una sala laboratorio, a pochi metri dalla centralissima piazza Duomo, per consentire ai visitatori e turisti di potersi cimentare nell’arte del ricamo sotto la guida delle ricamatrici.
C’è infine anche l’idea di attivare una scuola dei mestieri per tramandare ai giovani interessati l’arte del ricamo e del cucito. Sono alcuni degli obiettivi che sono emersi dal talk finale svolto ieri sera alla sala Sciascia di Chiaramonte Gulfi, atto conclusivo del progetto “Punto (a) Chiaramonte” che è stato promosso dall’Amministrazione comunale e finanziato dalla Regione Siciliana, con la progettazione operativa da parte di Logos. Esposizioni al Circolo dei Cavalieri, laboratori didattici al Museo del Ricamo e vari momenti di divulgazione hanno animato l’intera settimana di eventi in onore del “Punto Chiaramonte”, un punto ricamo antichissimo, dalla caratteristica figura che ricorda il chicco di caffè, tramandato di generazione in generazione e riscoperto ormai una ventina di anni fa grazie alla signora Vita Firrincieli che l’ha trovato in un baule un vecchio centrino. Per la cittadina montana è stata dunque una settimana intensa, avviata con l’intitolazione del Museo del Ricamo a Turidda Rosso, che è stata la principale maestra di ricamo, ma anche maestra di vita, e in memoria della quale è stato anche proiettato un video commemorativo curato dalla giornalista Elisa Ragusa e dalla ricamatrice Maria Filesi.
Straordinaria e paziente maestra ricamatrice, la signorina Rosso ha contribuito a tramandare la tradizione del punto chiaramontano, insegnando a generazioni di ricamatrici venute dopo di lei. Ieri la presenza dei giornalisti Nino Amadore de Il Sole 24 Ore, di Gaetano Mineo de Il Tempo e di Romina Ferrante di Donnaclick e BlogSicilia assieme a quella dello stilista siciliano Fabrizio Minardo, ha permesso di avviare un prezioso confronto sul futuro del “Punto Chiaramonte”. C’è la necessità di comunicarlo all’esterno il più possibile, di promuoverlo presso gli addetti ai lavori avviando un contestuale recupero delle eccellenze locali, e con queste, degli antichi mestieri, come anche ribadito dal sindaco Mario Cutello, dal vicesindaco Elga Alescio e da Alessia Gambuzza in rappresentanza di Logos.
Tutti concordi nell’intravvedere un futuro per questo splendido punto ricamo che vada oltre il folklore e che anzi possa rivelarsi, se ben gestita, una risorsa preziosa per il territorio e i suoi giovani. Proprio alcune ragazze, partecipando in questi giorni ai laboratori didattici al Museo del Ricamo, hanno manifestato l’interesse ad approfondire ulteriormente il ricamo, con l’obiettivo di riscoprire un’arte antica e perché no anche la possibilità di un futuro sbocco professionale laddove fosse attivata una specifica scuola dei mestieri. L’evento si è concluso con la consegna di una targa da parte del sindaco Cutello alla ricamatrice Vita Firrincieli che appunto una ventina di anni fa ha ritrovato il punto ricamo consegnandolo di fatto al futuro.