Matteo Messina Denaro, secondo le ultime notizie, domani inizierà la somministrazione della chemioterapia in una stanza clinica allestita, d’accordo con la Asl, accanto alla sua cella. Il boss mafioso, arrestato lunedì scorso dopo 30 anni di latitanza, è stato sottoposto a colloquio psichiatrico al termine del quale non sarebbero state riscontrate particolari patologie psichiche ma anzi sarebbe stato confermato il suo deciso proposito di non parlare o pentirsi. Messina Denaro, fisico palestrato e depilato, al suo ingresso nella sezione del carcere dell’Aquila riservata al regime del 41 bis indossava ancora gli abiti che aveva quando è stato arrestato a Palermo. Proprio per questo motivo attraverso il cappellano del penitenziario, gli sono stati messi a disposizione abiti e biancheria intima di ricambio e un piccolo sussidio economico per affrontare i primi giorni di reclusione. Pare che il boss nei suoi primi due giorni trascorsi in cella in regime di isolamento non ha mai voluto accendere la televisione, preferendo restare a letto.
Matteo Messina Denaro e quell’atteggiamento inconsueto per un detenuto al 41 bis
Secondo quanto rivelato da indiscrezioni raccolte dall’Ansa, “il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis“. Dopo trent’anni di latitanza, il boss di Castelvetrano si trova nel penitenziario di massima sicurezza de L’Aquila. Qui Messina Denaro ha trascorso la sua prima ora d’aria. Qui però è apparso sorridente. Un fatto insolito. “Il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis”, affermano dal carcere.
Le indagini sull’agenda e i documenti medici: alla ricerca di nuove piste
Nel frattempo i pm continuano ad indagare. Particolare attenzione sull’agenda e le carte mediche trovate nella casa del boss a Campobello di Mazara. L’agenda pullula di riflessioni sulla vita e sull’amore, di date relative agli incontri con la figlia di brani di lettere ricopiati e tutti da interpretare. Sempre secondo le prime informazioni trapelate sulla vicenda, nell’appartamento di vicolo San Vito non sarebbero stati scoperti documenti esplosivi o carte compromettenti, cosa che spinge i pm a pensare che ci sia un altro covo in cui il boss teneva le cose riservate. Tuttavia l’agenda potrebbe fornire spunti investigativi importanti. Altre piste potrebbero essere aperte dalla consultazione dei documenti sanitari – referti di visite specialistiche, molte oculistiche, sostenute da Messina Denaro negli anni – recuperati in uno scatolone. Le cartelle mediche dimostrano che il capomafia, incastrato proprio grazie all’inchiesta sulla gravi patologie di cui soffre, durante la latitanza ha incontrato diversi dottori.
Uno, Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara è indagato per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, altri saranno presto sentiti. Come un oncologo di Trapani che lo aveva curato.