Si chiama così una variante del Tressette che premia chi fa meno punti. Ma alle urne, vince chi ne fa di più. E l’attuale sindaco di Comiso, sembra imbattibile.
Il ‘ciapa no’ è una delle varianti più divertenti del Tressette. La ragione del suo nome, è facilmente intuibile: si tratta, in sintesi, del ‘Tressette a perdere’. Il vincitore è chi fa meno punti, quindi chi perde. E l’applicazione mi sembra idonea ai prossimi scenari amministrativi comisani. O, per meglio dire, idonea alle opposizioni del sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari che hanno, nelle regole del ‘ciapa no’ (ovvero avere meno punti/voti alle prossime amministrative) l’unica speranza di governare la Città. Perché, obiettivamente, è davvero difficile pensare che un solo candidato ‘figlio’ dell’attuale opposizione, possa impensierire un sindaco che sembra scontata si farà altri 5 anni alla guida della sua Comiso.
Tant’è vero che, a meno di 5 mesi dal voto, non c’è ancora un nome spendibile e su cui scommettere e lavorare. Non sarà Gaetano Gaglio, l’avversario di Maria Rita Schembari. S’è tirato fuori, lo ha detto, quasi ‘urlato’ e non sarà in corsa per la poltrona nobile del palazzo di piazza Fonte Diana. E così, il centrosinistra perde un pezzo importante sulla scacchiera elettorale. Che poteva impensierire ma non togliere il sonno alla professoressa. Che, dal suo canto, osserva quasi distaccata ciò che succede dall’altra parte della barricata in una città dove anche il movimentismo civico è cloroformizzato o assolutamente condiviso proprio con chi amministra. E non per comodità o per inedia quanto perché ha avuto da Maria Rita Schembari e dai suoi assessori, le risposte che chiedeva. Come tante risposte ha avuto la città, su molti fronti.
Anche i più complicati, anche su questioni che si trascinavano da tempo senza soluzioni, anche su vicende che sembravano scottare per la delicatezza o perché divisive e poco remunerative a livello di consensi e che invece, Maria Rita Schembari ha affrontato con piglio, risolto e messo in cantiere. Senza se e senza ma. E allora il Pd che farà? Due le ipotesi sul tavolo: Gigi Bellassai e Filippo Spataro. Il primo, sembrava candidato sindaco ‘naturale’ ma, negli ultimi mesi, ha rallentato la sua azione belligerante contro chi amministra forse perché consapevole che era difficile e complicato prendersela con un capo dell’amministrazione che appare piuttosto gradita ai Comisani. Spataro, invece, potrebbe provarci, animato da propositi di rivalsa dopo la sconfitta di 5 anni fa quando sfiorò il successo al primo turno e poi fu beffato per qualche decina di voti al ballottaggio. Sembra che il lustro trascorso, non sia servito ad indorargli la pillola della sconfitta né tanto meno a fargliela deglutire. E così, potrebbe essere lui a sfidare chi l’ha già battuto.
Bellassai o Spataro, da qui non si scappa. I 5 stelle -o quel che ne rimane in città- sembrano propensi a sostenere l’avversario di Maria Rita Schembari ma non hanno intenzione di proporre o proporsi, accettando la decisione del Pd. Che rischia seriamente -e, forse, il verbo rischiare è già un eufemismo- di farsi altri 5 anni in minoranza. Anche perché nel frattempo, la forza di Maria Rita Schembari è cresciuta direttamente (grazie alla sua azione di governo e alle cose che ha fatto) e nell’indotto del suo partito -Fratelli d’Italia- del suo riferimento politico –Giorgio Assenza, rieletto all’ARS- e di quella Giorgia Meloni che sta dimostrando come le donne di destra, sappiano comandare e non conoscano cosa sia ‘stare un passo indietro’, parafrasando lo scivolone dialettico ‘serracchianesco’ di qualche mese fa. Insomma, a Comiso sembra ci sarà un ‘testa a testa’ al primo turno con una vincitrice annunciata. Che, leggendo, farà tutti gli scongiuri del caso ma che, obiettivamente, è pronta a raccogliere a piene mani, quanto ha saputo seminare. E a chi le si oppone, non resta che il Tressette… (di Adrien 25)