Comincia a preoccupare lo sciame sismico registrato in questi ultimi giorni a Sud della Sicilia ed in particolare nel mare delle coste dell’Isola di Malta. Comincia a preoccupare soprattutto dopo la forte scossa di magnitudo 5.6, registrata ieri sera dall’Ingv è avvertita nel territorio della provincia di Ragusa e nella provincia di Siracusa. Sette le scosse registrate dopo quella di magnitudo 5.6 e l’ultima di magnitudo 4 è stata segnalata dall’Ingv alle ore 8,54 di oggi 25 gennaio.
Terremoti nel Mar Mediterraneo a Sud della Sicilia: cosa sta succedendo?
Gli ultimi forti terremoti registrati in questi giorni nel mare a Sud della Sicilia fanno pensare alla pericolosa faglia Ibleo-Maltese. La faglia Ibleo-Maltese è una faglia geologica situata nella parte sud-orientale della Sicilia, in Italia. La faglia si estende per circa 150 km, dalla costa sud-orientale della Sicilia fino alla zona di Ragusa, nella parte meridionale dell’Isola. Questa faglia attiva è stata responsabile di alcuni dei terremoti più devastanti registrati nella storia della Sicilia, tra cui il terremoto del 1693 che ha distrutto gran parte della città di Noto e il terremoto del 1990 che ha causato danni ingenti nella città di Ragusa. La faglia Iblea è una delle zone più a rischio sismico in Europa.
Faglia Ibleo-Maltese: la faglia temuta per forti terremoti
La faglia ibleo-maltese che collega, appunto l’isola di Malta, con i monti Iblei nell’area sud-orientale della Sicilia, fortunatamente, non in unica soluzione ma con delle microfaglie che raggiungono il fondale delle coste del siracusano e catanese.
La faglia ibleo-maltese, quindi, attraversa tutto il mare della parte più meridionale dell’Italia e forma un blocco tettonico estremamente pericoloso, capace di provocare terrificanti terremoti combinati a tsunami di straordinaria violenza.
Quindi, un’area che occupa un posto di indesiderato rilievo nella storia sismica italiana. A gennaio del 1693 si verificò un evento sismico, di enorme violenza che per le catastrofiche conseguenze che ne derivarono, può essere annoverato tra i più disastrosi dell’ultimo millennio. Le scosse più devastanti si verificarono il 9 e l’11 gennaio ed ebbero conseguenze apocalittiche sull’intera area sud-orientale della Sicilia. Una vera ecatombe con decine centri spazzati via dallo tsunami susseguente ad un terremoto di magnitudo 7.5. Nel 1169, nella stessa zona si verificò un evento dalle conseguenze molto simili, con centinaia di morti e interi villaggi distrutti dallo tsunami. Le ondate arrivarono sulla costa con una furia tale da raggiungere Messina e lasciare tangibili tracce del loro passaggio.
Forti terremoti e tusnami
I sismologi però, mentre trovano abbastanza comprensibile la violenza dei terremoti non riescono a spiegarsi quella delle onde anomale. Sono sproporzionate persino per un evento tellurico di magnitudo 7.5. Una spiegazione, forse, l’avrebbero trovata studiando le cause e la dinamica del terremoto dello stretto di Messina del 1908. L’ipotesi sarebbe di una spaventosa frana sottomarina, precipitata lungo una scarpata di 3mila metri sotto il livello del mar Jonio. Quindi, il sussulto del fondale colpito un’enorme massa solida avrebbe causato le onde responsabili delle disastrose conseguenze.
L’attività sismica di quella zona, comunque, non è limitata a questi eventi catastrofici ma lontani nel tempo. Abbiamo già ricordato il terremoto del 1908 che sconvolse Messina e Reggio Calabria ma, anche nel 1990 una scossa di magnitudo 5.7 Richter con 45 secondi di durata, causò numerose vittime, centinaia di feriti e 15mila senzatetto.
Faglia Ibleo maltese e la storia di forti terremoti
In Italia, la Sicilia orientale, l’area della provincia di Ragusa sino ad Augusta e Siracusa sono influenzati dai movimenti della faglia ibleo maltese, e la scossa sismica di magnitudo 4.4 avvenuta ieri sera la ricorda. In zona, tra il 9 e 11 Gennaio del 1693 si ebbero due potentissime scosse di terremoto che furono talmente intense da devastare l’intera Sicilia sud-orientale. Furono rasi al suolo molti centri abitati e i danni si estero sino a Palermo, a Catania, alla Calabria meridionale e persino a Malta. Le stime parlano di magnitudo 7.7. Di terremoti devastanti se ne ebbero nel 1169, il 1542, mentre quello citato del 1693 la scossa fu avvertita sino in Tunisia. Fonti storiche testimoniano che entrambe le scosse sismiche furono accompagnate da tsunami che investirono la costa della Sicilia orientale. I terremoti del 1169 e 1693 hanno sprigionato energia stimata sino a circa 7.7 di Magnitudo (fonte INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
La faglia ibleo maltese, secondo studi INGV, ha generato terremoti intensi come abbiamo elencato che avrebbero tempi di ritorno di sismi di tale intensità sarebbero di 866 anni, mentre di scosse non trascurabili di appena sopra i 5 di magnitudo circa, ed anche meno di 300 anni.