Scoperto cosa succede al cervello nel momento della morte. A svelare il misterioso momento è stato un gruppo di neurologi che sono riusciti ad osservare cosa succede 30 secondi dopo la morte. In pratica il gruppo di neurologi hanno “registrato” i momenti o i secondi successivi alla morte. L’occasione si è presentata per puro caso, mentre i medici effettuavano un elettroencefalogramma su un paziente di 87 anni che era stato portato al Pronto Soccorso dopo una caduta. Durante l’operazione fatta d’urgenza l’uomo ha avuto un infarto e purtroppo è deceduto, ma l’analisi della sua attività cerebrale era ancora in funzione in quel momento.
Cosa vediamo durante la morte?
Nei 30 secondi precedenti e successivi al decesso i modelli delle onde sono improvvisamente cambiati, attivando probabilmente esperienze che qualcuno chiama di “pre-morte” o semplicemente visioni ed elaborazione di ricordi. Come si dice: nel momento della tua morte tutta la vita ti passa davanti. Forse è davvero così. I ricercatori hanno scritto: “sebbene l’influenza della lesione neuronale e del gonfiore, i nostri dati forniscono la prima prova che il cervello umano può avere la capacità di generare attività coordinata durante il periodo di pre-morte”.
Teorie mediche sull’esperienza della morte
Alcune persone riscontrabili di avere esperienze di pre-morte, come ad esempio una sensazione di pace o di “luce alla fine del tunnel”, mentre altre non hanno alcuna percezione consapevole. Alcune teorie mediche sull’esperienza della morte suggeriscono che i cambiamenti fisiologici che accompagnano la morte, come la carenza di ossigeno al cervello, possono causare allucinazioni o allucinazioni. In generale, la morte è un evento personale e unico, e non c’è modo di prevedere esattamente cosa accadrà. In ogni caso, è importante sottolineare che la morte è un evento naturale e inevitabile per tutti gli esseri viventi.
Morte: la teoria del dott Sam Parnia
Il Dott. Sam Parnia è un medico e ricercatore che si è specializzato nello studio della morte clinica e dei disturbi della coscienza. Egli ha condotto ricerche sull’esperienza della morte e sulle percezioni umane durante il periodo di transizione dalla vita alla morte. Il dott. Parnia ha sviluppato una tecnica chiamata “terapia di arresto cardiaco” che consiste nel rallentare la circolazione del sangue per evitare danni cerebrali durante un arresto cardiaco. Il dott. Parnia sostiene che la morte non è un evento improvviso e irreversibile, ma un processo graduale in cui la coscienza si dissolve gradualmente.
Egli afferma che durante questo processo, alcune persone possono avere esperienze coscienti, come ad esempio sentire la propria anima separarsi dal proprio corpo, vedere luci o figure, o sentire una sensazione di pace. Le teorie del dott. Parnia sono state criticate da alcuni scienziati, che sostengono che le esperienze di pre-morte possono essere spiegate da cambiamenti fisiologici nel cervello e non da una coscienza separata dal corpo. Tuttavia, le sue ricerche hanno attirato l’attenzione sull’importanza dell’indagine scientifica della morte e dei disturbi della coscienza.