Possa o meno essere uno dei candidati sindaco che sfideranno l’uscente Cassì alle prossime amministrative di fine maggio, comunque il segretario democratico di Ragusa, Peppe Calabrese, ha non solo le idee chiare su alcune questioni prioritarie della città, ma soprattutto ha la volontà (magari per molti l’ostinazione) di perseguire i propri obiettivi a tali idee collegate. E dunque Calabrese, che aveva espresso perplessità e critiche nei confronti del Piano Regolatore Generale della città prima ancora della sua presentazione ufficiale, torna a ribadire perplessità e critiche fino ad arrivare al punto di chiedere al primo cittadino addirittura di ritirare tale PRG. Secondo il segretario dem infatti “questo PRG non piace a nessuno e, stando a quanto abbiamo sentito da altri esponenti politici dati per vicini al sindaco, questa Amministrazione non ha più i numeri in Consiglio comunale per portare avanti il “suo Piano”.
Ci piacerebbe poter vedere uno strumento urbanistico capace di accogliere davvero il contributo di tutti, con una visione strategica in grado di restituire un futuro al centro storico di Ragusa superiore, con un Piano Particolareggiato che consenta di rilanciare e valorizzare la città partendo proprio da quel patrimonio abitativo presente in centro. Per fare tutto questo ci sono solo due strade possibili: emendare completamente il PRG Cassì, con centinaia di emendamenti e il rischio di ingolfare totalmente il Consiglio comunale che, lo ricordo, nel periodo pre-elettorale nel quale ci apprestiamo a entrare potrà trattare solo atti urgenti e indifferibili; rinunciare momentaneamente al PRG e lasciare che sia la prossima Amministrazione comunale (noi ci auguriamo senza Cassì) a ricominciare da zero”. “Noi propendiamo per la seconda soluzione – conclude Calabrese – perché Ragusa merita un buon PRG, con visione strategica, ponderazione e coinvolgimento. Un Piano che sia vanto di tutti e non il libro dei sogni di qualcuno”.
Questa la sostanza della richiesta avanzata da Calabrese e le motivazioni su cui si regge. Ma anche la breve cronistoria che l’esponente democratico cittadino traccia della genesi dello strumento urbanistico per eccellenza porta a tali conclusioni. In apertura della propria nota stampa, infatti, Calabrese ripercorre l’iter del Prg prendendo le mosse dalla presentazione ufficiale avvenuta circa due mesi e mezzo fa alla Camera di Commercio “dopo le critiche incassate dal primo cittadino già durante l’appuntamento dello scorso novembre, che hanno indotto l’Amministrazione a organizzare quei momenti di incontro/confronto che erano mancati e che la quasi totalità degli intervenuti aveva auspicato, sono emerse diverse criticità nello strumento urbanistico. Cominciando, appunto, dallo scarso coinvolgimento della città nella stesura del Piano stesso.
È bene sottolineare ancora una volta, infatti, che la principale critica mossa nei confronti dell’Amministrazione riguardava proprio il metodo con il quale si stava procedendo, con una pressoché totale assenza di dialogo con la città. Sul merito, invece, abbiamo potuto registrare che le posizioni dell’Amministrazione riguardanti il “consumo di suolo zero” e la “volumetria zero” erano solo intenzioni che nel Piano non avevano alcun riscontro, anzi, tutt’altro: con il PRG Cassì fiumi di cemento inonderebbero il verde agricolo cittadino. Inoltre, la quotidianità consegna ai cittadini una realtà ben diversa da quella propaganda che l’Amministrazione Cassì va propinando sui social e sulla stampa: il centro storico di Ragusa superiore è completamente abbandonato a sè stesso, desertificato, e la totale assenza di una strategia politica è nascosta dietro qualche estemporanea iniziativa che, una volta esaurita, non fa che accentuare il vuoto presente nel resto dell’anno”. (da.di.)