Non c’è un cronoprogramma rigido per la riapertura del reparto di Rianimazione. Ma non più al quarto piano dove è sempre stato e dove adesso è chiuso per le infiltrazioni di pioggia dei giorni scorsi. Riaprirà Rianimazione a Modica ma riaprirà a pian terreno, in una collocazione logistica migliore, più funzionale e decisamente più consona al suo ruolo e alle sue esigenze, accanto al Pronto soccorso. Niente più peregrinare fra piani e corsie per i ricoveri d’urgenza in un reparto così delicato, perdendo del tempo necessario ma, a volte, anche grave.
Rianimazione, al Maggiore/Baglieri, funziona e ha sempre funzionato, anche grazie all’indefesso impegno e alla dedizione di chi ci lavora, a cominciare dal suo primario, il dottore Saro Trombadore. Che da tempo, continua a chiedere una sistemazione logistica più idonea, pian terreno appunto. E che ha lavorato, insieme ai suoi, per questo, capendo soprattutto nei primi mesi del covid, quando proprio Rianimazione a Modica fu sottoposto ad uno stress non indifferente, affrontato in modo eccellente, quanto importante fosse avere quel reparto a piano terra e accanto al reparto di emergenza-urgenza. Siccome ogni impedimento, se ben gestito, può essere giovamento, ecco che le infiltrazioni di pioggia che hanno costretto alla chiusura Rianimazione a Modica, possono essere l’occasione giusta per aprire il ‘nuovo’ reparto a piano terra. L’ASP7, come azienda, ha ben poco -quasi nulla- da fare per aprire Rianimazione al piano terra del Maggiore/Baglieri. Il motivo principale di tempi che si allungano, sta nel fatto che molte delle operazioni e delle conseguenti autorizzazioni, sono gestite dall’esterno.
Alcune, sono in capo al Genio civile mentre sui collaudi che mancano, sono altri gli ‘attori’ chiamati a farli. Il commissario dell’azienda sanitaria iblea, Fabrizio Russo, sta spingendo al massimo per giungere a una soluzione rapida e un’indicazione chiara è proprio quella che il reparto verrà riattivato direttamente al piano terra dell’ospedale modicano, proprio perché i locali al quarto piano sono stati fortemente danneggiati dalle infiltrazioni d’acqua. La speranza, mista anche a buone dosi di certezza, è quella di raggiungere l’obiettivo entro poche settimane, abbondantemente prima dell’estate. Ma è chiare che si tratta di una prospettiva che potrebbe cambiare e allungarsi nei tempi, se gli enti preposti, già sollecitati, non si adoperano secondo quanto chiaramente espresso dell’ASP7.
E qui, entrano in campo i rappresentanti istituzionali degli enti locali primi interessati ai servizi del Maggiore e chiamati a ‘compulsare’, come si dice in questi casi, chi deve dare le ultime autorizzazioni e effettuare gli ultimi collaudi. (Adrien 25)