E’ in aumento in Italia la circolazione del virus H5N1 dell’influenza aviaria fra gli uccelli selvatici, con il rischio che questi possano trasmettere il virus agli allevamenti avicoli. Emerge dai dati del Centro di referenza nazionale ed europeo per l’influenza aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). Il ministero della Salute ha diramato pochi giorni fa una nota in cui ravvisa la necessità, afferma l’IZSVe, di rafforzare la sorveglianza dei volatili selvatici e l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli. Con l’aumento dei casi negli uccelli selvatici, cresce l’attenzione anche verso i mammiferi.
Dopo gli eventi di spillover – ovvero di salto di specie – in visoni allevati cresce infatti l’attenzione delle autorità sanitarie verso mutazioni del virus H5N1 che potrebbero favorirne il passaggio ai mammiferi e all’uomo, sottolinea l’IZSVe. L’evoluzione della situazione dell’influenza aviaria a livello globale negli ultimi mesi ha sollevato una certa preoccupazione fra la comunità scientifica internazionale. Dopo i casi confermati di trasmissione del virus H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) dagli uccelli in alcune specie di mammiferi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (Woah) hanno invitato tutti i paesi ad innalzare il livello di allerta sull’arrivo di una nuova pandemia di influenza nella popolazione umana sostenuta da un virus di origine aviare.
“Non ci sono focolai di aviaria negli allevamenti italiani, ma vista l’alta circolazione nelle specie selvatiche stiamo quotidianamente in contatto con le autorità veterinarie regionali e del ministero della Salute. Abbiamo avviato le misure del sistema di biosicurezza: mezzi di trasporto sanificati e ad esempio chiunque entri negli allevamenti professionali deve avere calzari e tute disinfettati e usa e getta”. Lo ha detto all’ANSA Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia, associazione delle imprese della filiera avicola italiana che guarda con favore alla vaccinazione i cui trial stanno avendo risultati incoraggianti. (Fonte Ansa)