Si è svolto un incontro tra CNA e CGIL provinciali di Ragusa per un primo confronto sulle ricadute a livello territoriale causate dal provvedimento del Governo Meloni che blocca gli incentivi in edilizia. All’incontro erano presenti Pippo Santocono, Presidente CNA Ragusa, Peppe Scifo segretario generale CGIL Ragusa, e Franco Cascone segretario provinciale Fillea Cgil Ragusa. Pippo Santocono e Giuseppe Scifo hanno preso posizione sulle ricadute a livello territoriale causate dal provvedimento del Governo. Gli esponenti di CNA e CGIL hanno premesso in partenza la condivisione critica nel merito e cioè che il Governo con questo provvedimento cancella la possibilità di cedere il credito fiscale e di ottenere lo sconto in fattura non solo per il superbonus 110% – ora già 90% -, ma anche per tutti i bonus edilizi, energetici, antisismici e per quelli finalizzati alla rimozione delle barriere architettoniche.
“Si tratta di una provvedimento, sottolinea Peppe Scifo, assunto ancora una volta senza alcun confronto con le parti sociali, le rappresentanze dei lavoratori e delle imprese. A pagare il prezzo di questo provvedimento sono i lavoratori del settore edile, le imprese, soprattutto piccole e medie, e le migliaia di famiglie di lavoratori e pensionati a basso reddito i quali grazie al bonus e alle misure di cessione del credito e sconto in fattura potevano fare interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.” E’ il colpo di grazia agli interventi di riqualificazione e messa in sicurezza che colpisce il sistema produttivo – con la sicura chiusura di imprese e perdita di migliaia di posti di lavoro – i contribuenti con bassi redditi i quali, privati di questi insostituibili strumenti di sostegno reale, non potranno utilizzare la detrazione pluriennale. Insomma, condomini e case popolari saranno di fatto esclusi, dopo i già restrittivi termini fissati in legge di Bilancio, da qualsiasi processo di riqualificazione del patrimonio.
Potranno accedere agli incentivi solo quelli che hanno 50-100 mila euro da anticipare per gli interventi e che nel giro di 5-10 anni hanno redditi tali da portare la cifra spesa in detrazione, tutti gli altri sono esclusi. E cioè i cittadini che vivono nel 70 per cento del nostro patrimonio abitativo, pensionati, precari, disoccupati, partite Iva: tra questi ci sono 7,8 milioni d’incapienti, cioè quelli che non fanno neppure la dichiarazione dei redditi. Per loro non ci sarà possibilità di avere una casa efficiente, salubre e sismicamente sicura. Altri effetti negativi si ripercuotono sui settori dell’indotto del settore edile ma anche sui professionisti, soprattutto ai tanti giovani che sulla spinta degli incentivi hanno dato vita a star-up facendo anche investimenti pensando alla possibilità di affermarsi professionalmente nel territorio anziché emigrare come spesso avviene per i giovani con titoli di studi. Il settore dopo la grave crisi dovuta alla pandemia ha ripreso con livelli di occupazione in crescita su tutto il territorio nazionale. In provincia di Ragusa gi occupati in edilizia sono cresciuti da Ottobre 2021 a settembre 2022, gli operai iscritti in cassa edile nello stesso periodo da 2836 passano a 4546.
“L’incremento si è registrato, commenta Pippo Santocono, anche nel numero delle imprese che crescono di 267 unita, passando a 4222 nel 2020 a 4489 nel 2022, la cui stabilità economica rischia far saltare l’intero settore compreso l’indotto. L’unica colpa che hanno avuto le imprese artigiane è di aver realizzato i lavori anticipando, ai cittadini beneficiari, il contributo dello Stato. Le condizioni indicate nel provvedimento riguardano il Superbonus e tutto il sistema degli incentivi escludendo tante famiglie dalla possibilità di fare lavori di edilizia libera, piccole opere di ristrutturazione, sostituzione degli infissi o all’ammodernamento degli impianti.” Il provvedimento del Governo che mette fine al super bonus e al sistema degli incentivi blocca la possibilità di fare un passo in avanti per il Paese verso una migliore efficienza energetica e quindi verso un notevole miglioramento della qualità ambientale e la messa in sicurezza degli edifici. Di fronte a questo grave provvedimento occorre una mobilitazione generale per coinvolgere cittadini, lavoratori ed imprese per far fare un passo indietro al Governo che con palese irresponsabilità ammazza migliaia di posti di lavoro, imprese e la speranza per cittadini meno abbienti di poter avere abitazioni dignitose.