Che Rosalba Dell’Albani, la donna di 52 anni uccisa a coltellate a Giarratana, fosse quel che si dice una gran brava persona, non è un giudizio che scaturisce dalla pietas per una persona defunta o, peggio ancora, morta a seguito di un omicidio. E’ un apprezzamento che viene confermato sempre più, man mano che passano le ore dalla notizia dell’uccisione, dalle testimonianze raccolte nelle interviste giornalistiche, televisive e no, dalla sua stessa condotta di vita, di una donna che si sacrificava per assistere la madre malata, sobbarcandosi l’onere di andare a dormire di notte presso l’abitazione di quest’ultima per esserle sempre vicina in caso di bisogno o necessità.
Ma la disponibilità di Rosalba verso tutti gli altri viene confermata ulteriormente dal ricordo dei suoi colleghi di lavoro. Infatti Rosalba lavorava presso la cucina ospedaliera di Ragusa ed anzi era stata stabilizzata lo scorso mese di ottobre, assicurandosi così, dopo tanti sacrifici, un futuro lavorativo sicuro e garantito. Ma soprattutto, nell’ambiente della cucina dell’Asp, Rosalba Dell’Albani viene ricordata da tutti con queste caratteristiche “sempre sorridente simpatica e alla mano, sempre pronta ad aiutare tutti quando poteva…insomma una gran brava persona”.
Una conferma dunque che la sua morte è di quelle che lasciano il vuoto nella mente e nel cuore di chi l’ha conosciuta ed apprezzata, (da.di.)