Simona racconta su Facebook, con parole intrise di forza e commozione, le sensazioni di chi vede sparire, inghiottito dalle fiamme, un pezzo della sua vita. Ma anche di chi ha la voglia di reagire. “La mia casetta, la conoscete tutti; in tanti possono raccontare delle giornate che passavamo lì. Avevo appena 14 anni quando ho iniziato a organizzare feste, arrostite, compleanni, spaghettate; prima io e poi mio fratello e mia sorella con i loro di amici. In quella casa gli amici di tutti e tre si univano”. Simona Candiano, è una donna modicana e ha scritte queste righe dopo un fine settimana che cancellerà volentieri dalla sua memoria.
Un fine settimana che le ha bruciato un pezzo di vita e di ricordi. ‘Simo na’, così si chiama su Facebook, il social cui ha affidato pensieri e riflessioni, sensazioni e parole, dopo l’incendio che qualche ora fa, ha distrutto casa sua, una villetta tra Marina di Modica e Sampieri. Un luogo che non sono solo muri e stanza, cortile e piante, piscina e giardino. Sono ricordi, storie, vita vissuta. Simona è scout; non è un particolare trascurabile nel leggere la bellezza delle sue parole, la leggerezza nel raccontarsi e nel raccontare quello che è successo e cosa ha provato. “I nostri genitori, con tanti sacrifici, l’avevano messa in piedi – scrive Simo na – Con tanto amore; il primo anno l’avevano separata con delle tende e noi ragazzini ci divertivamo un mondo. Ogni anno si aggiungeva qualcos’altro. Alcuni miei amici la chiamavano ‘A casa ra Paci’”.
E davvero di pace, di serenità, di tranquillità, di gioia doveva trasudare quella casa; perché non sono solo le sue parole a dirlo ma anche i commenti di chi, da quelle parti, c’è stato e quella casa l’ha vissuta. “Mentre la guardavo bruciare – posta sul social – mi passavano davanti tutti gli anni passati; sentivo mio padre, con la sua voce, che cantava mentre lavava la macchina o mentre svegliava la mattina i miei figli e le mie nipoti. Oggi, quando l’ho guardato piangendo è stato lui a consolare me; lui sempre una roccia. E mi ha detto supereremo anche questa col suo sorriso”. Parole bellissime di una roccia che tale è e tale resta, qualunque età abbia lui e/o abbiano i suoi figli. “Sono cose, non sono persone, è vero – scrive Simo na – ma li c’erano i giorni più felici che abbiamo avuti. Grazie a tutti quelli amici che hanno pianto con me e mi sono stati vicini”.
Grazie a te, di avere regalata umanità in quantità industriale in un mondo, quello dei social, dove ce n’è poca e di basso lignaggio. Se si vuole trovare una ragione per aprire e leggere Facebook, eccola qua: la bellezza di parole pure, per una storia difficile da dire e da accettare ma raccontata con un encomiabile sentimento (di Adrien 25)