Un’intera collettività si stringe ad dolore della famiglia Calì per la perdita di una persona considerata una pietra miliare nella vita della città, un punto di riferimento per tantissime generazioni. Monsignor Giuseppe Calì, arciprete emerito del clero vittoriese, racchiude l’anima di questa città che ha vissuto tutte le trasformazioni economiche e sociali della metà del ‘900, dall’economia del vino a quella dell’orticultura in serra. Ordinato sacerdote il 29 giugno del 1953, quest’anno avrebbe compiuto 70anni di sacerdozio. Per 25 anni è stato arciprete nella Basilica di San Giovanni Battista, succedendo a monsignor Carmelo Ferraro.
Monsignor Calì ha vissuto i drammi e le gioie della città nei suoi momenti più tormentati e difficili, come gli anni ’90, mostrando il volto di una chiesa locale attiva in prima linea in occasione delle emergenze che colpivano la città. “Ci sono dei momenti nella vita di ognuno di noi in cui trovare le parole per salutare un grande amico, nel suo ultimo viaggio, diventa estremamente difficile. Oggi è uno di quei momenti, perché non ci sono mai parole giuste o sufficienti per ricordare quello che Monsignor Calì ha rappresentato per l’intera collettività. Va via un pezzo importante della nostra storia poiché padre Calì era un’istituzione in città e ogni singolo cittadino ha un ricordo e un aneddoto che lo lega a lui e alla sua lunga vita sacerdotale.
Umile, gentile e sempre cordiale, aveva una parola di conforto per tutti. La città non dimenticherà mai il valore della sua azione religiosa e pastorale. Azione forte e coraggiosa che guardava alla dimensione umana come punto d’approdo di ogni confronto civile e religioso. Addio Monsignore, grazie per avermi trattato sempre come un amico sincero, devoto e leale”- ha ricordato il sindaco Francesco Aiello.