“Venerdì 17” in molti paesi del mondo viene considerato un giorno di sfortuna o di cattivi presagi. Questa credenza ha origini antiche e diverse spiegazioni sono state proposte nel corso dei secoli. Ad esempio, in alcune culture il venerdì è considerato un giorno sfortunato perché si ritiene che Gesù Cristo sia stato crocifisso proprio in questo giorno. In altre culture, invece, il numero 17 è associato alla sfortuna, perché nella numerologia il numero 1 rappresenta l’individuo e il numero 7 è associato alla spiritualità e alla conoscenza, ma insieme formano il numero 17 che potrebbe indicare una combinazione negativa. In ogni caso, molte persone ancora oggi evitano di compiere azioni importanti o di prendere decisioni importanti durante il venerdì 17, nella speranza di evitare la sfortuna. Tuttavia, è importante ricordare che queste credenze non sono supportate da alcuna prova scientifica e che la sfortuna è solo una domanda di percezione personale.
Perchè venerdì 17 porta sfortuna? Le credenze
La credenza che il Venerdì 17 porti sfortuna è diffusa in molte culture in tutto il mondo, anche se le ragioni precise di questa credenza possono variare. In alcune culture, il Venerdì 17 è associato alla religione cristiana, poiché si ritiene che Gesù Cristo sia stato crocifisso un venerdì. Inoltre, nella tradizione cristiana, il numero 13 è considerato sfortunato, poiché era presente uno degli apostoli, Giuda Iscariota, alla cena dell’Ultima Cena, e il Venerdì 13 è quindi visto come una combinazione di due elementi sfortunati. In altre culture, il numero 17 stesso è associato alla sfortuna. Ad esempio, in Italia, il 17 è spesso considerato un numero sfortunato perché in numerologia italiana la somma dei numeri che lo compongono (1 e 7) dà come risultato il numero 8, che è associato alla morte. In ogni caso, è importante ricordare che la credenza nella sfortuna del Venerdì 17 è una superstizione e non ha alcuna base razionale. Non ci sono prove scientifiche che dimostrino che il Venerdì 17 sia più sfortunato di qualsiasi altro giorno dell’anno. Tuttavia, la credenza è ancora molto diffusa e molte persone evitano di compiere azioni importanti o prendere decisioni in questo giorno.
Venerdì 17 marzo: le origini della superstizione
Nella giornata di venerdì 17, innanzitutto, verrebbero ad unirsi due elementi “sfortunati”: il primo è quello del numero 17, notoriamente associato alla cattiva sorte (e tra poco vedremo perché), l’altro è quello del venerdì, che viene ricollegato al Venerdì Santo, giorno della morte di Gesù. Per quanto riguarda il 17, sono numerosi i motivi per cui viene considerato negativo: già nell’antica Grecia, ad esempio, il 17 era aborrito dai seguaci di Pitagora, in quanto era tra il 16 e il 18, perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6. Tanti collegamenti si trovano inoltre nella storia dell’antica Roma: sulle tombe dei defunti, generalmente si trovava la scritta “VIXI” che significa “vissi” (ovvero “ora sono morto”), che è l’anagramma di XVII, appunto il numero 17. E nella battaglia di Teutoburgo combattuta tra romani e germani, le legioni 17, 18 e 19 subirono una sconfitta così dura (vennero letteralmente distrutte) che, da quel momento, questi numeri, ritenuti sfortunati, non furono più attribuiti a nessuna legione. Con tutta probabilità sono quindi questi i principali motivi per cui il 17 è diventato il numero della disgrazia (considerato tale anche nella smorfia napoletana) e, unito al venerdì, giorno riconducibile alla morte di Gesù, crea, secondo la superstizione popolare, una data decisamente sfavorevole.