Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso, conosce i suoi avversari. Da oggi -salvo ripensamenti dell’ultima ora o problemi nel redigere la lista- sa che sono due: Salvo Liuzzo, il renziano gradito dal Pd e da un’area piuttosto variegata di compagni di cordata, e Antonino Distefano, liberalsocialista come si definisce che, in queste ore, ha messo nero su bianco le sue linee programmatiche. Invero, da qualche giorno, s’era diffusa voce che si fosse pentito al pensiero di candidarsi. Evidentemente non è così visto che ha diffuso un suo scritto per dire dei primi punti di un ambizioso programma in via di aggiornamento “con una visione -scrive- di città che guarda al futuro”. E allora, sfogo al libro dei sogni vergata da quella che lui stesso definisce “alleanza tra meriti e bisogni” e un bel “riformismo municipale” che non si capisce bene cosa sia ma non fa mai male farne claim; il tutto condito dalla sua proclamata e da lui stesso sbandierata “esperienza milanese e lombarda”, che, evidentemente, ritiene un plus. Al punto da farci immaginare la ‘bela Madunina’ magari al posto della dea Diana! Battutacce a parte, un bell’elenco di cose da fare a firma di Antonio Distefano, per sancirne l’impegno e la candidatura.
Salvo Liuzzo, invece, è ormai un frequentatore assiduo di social tanto da ipotizzarne un futuro da influencer semmai non dovesse andargli bene il 28 e 29 maggio! In realtà, Liuzzo prolifera in video di denuncia su ciò che non va a Comiso -almeno a suo dire e mostrare- difettando un po’ su ciò che invece lui vorrebbe fare e dimenticando , soprattutto, che c’è qualcosa che oggi denuncia e che, più che ascrivere ai demeriti dell’attuale sindaco e sua competitor alle prossime Amministrative, andrebbe ascritto a chi ha governato Comiso dal 2013 al 2018 e che oggi, è il dante causa di Liuzzo oltre che, sembra, anche l’ispiratore di molte delle denunce. Liuzzo, guida un’aggregazione -un’accozzaglia secondo i denigratori- che ha messo dentro un bel po’ di sigle e gruppi uniti dall’unico ideale di dare addosso a Maria Rita Schembari ma che, in alcune espressioni, hanno ben poco a che spartire con il candidato sindaco ed il suo modo, spesso eccellente, di fare politica e propaganda.
E Maria Rita Schembari? “Io ci sono, lavoro, faccio il sindaco, mi impegno, porto a compimento alcuni progetti, altri ne apro e vado avanti”. Laconica e serena, insomma; senza lasciarsi trascinare in beghe e discussioni spesso fini a se stesse ma piuttosto presa e compresa nel suo ruolo di capo dell’amministrazione. Scendendo in campo a difendere quegli assessori come Manuela Pepi, vergognosamente vittime di attacchi indecenti come di recente accaduto. Schembari che si divide tra il suo essere sindaco e il suo essere in competizione elettorale. Prediligendo, però, il dovere del primo cittadino, visto che esso, il dovere appunto, come un vecchio adagio recita, viene prima del piacere di candidarsi e di competere (di Adrien25)