“Evviva la vita. Evviva l’amore. Evviva mia mamma. Vaffanculo lo Stato”. E’ l’amaro commento che Guia Jelo – attrice scoperta da Turi Ferro, formata da Strehler, che ha lavorato con Squitieri, Benigni, Salemme, Vanzina e tanti altri grandi – affida a un video sulla sua pagina Facebook. Con la voce rotta dall’emozione e dalla rabbia, l’attrice racconta nel video di “aver sentito il bisogno di rivolgersi a uno psicologo per superare il dramma della perdita della madre, morta da poco, e di aver ‘scoperto’ di non aver diritto a un sostegno psicologico perché ha più di 70 anni”. Sarebbe stata presa in cura solo se avesse avuto l’Alzheimer e le sarebbe stato suggerito di fingerne esserne affetta e avrebbe potuto avere un colloquio fra otto mesi.
Nel video l’attrice dice di essersi rivolta al consultorio pubblico con la ricetta del suo medico curante e di essersi sentita rispondere dal servizio di Igiene mentale di non aver diritto al servizio perché ha 70 anni. Rimandata a un altro ufficio, le rispondono che possono curare solo chi ha l’Alzheimer. “Siccome gli ho fatto simpatia, in via del tutto eccezionale – racconta – io potevo simulare di essere rincoglionita, avere l’Alzheimer. Allora in casi eccezionali mi facevano fare questa cura psicologica della quale io avrei avuto pieno diritto. Certo, avrei potuto accettare, ma sarebbe stato possibile solo fra otto mesi”. A questa persona “ho risposto che ‘non sono un caso dai suicidio ma quello che lei sta facendo per persone di 70 anni che chiedono aiuto è una istigazione al suicidio'”.
Sulla vicenda è intervenuto il Codacons, secondo cui “sentirsi dire che essendo over 65 si ha diritto a certe cure solo se si è affetti da Alzheimer è davvero troppo. “Negare le cure a persone di una certa età – dice il vicepresidente regionale del Codacons Guido Messina – è inconcepibile e altrettanto inaccettabile è attendere 8 mesi per avere fissato un colloquio con uno psicologo. Ringraziamo Guia Jelo e le diciamo che denunceremo questo sistema di erogazione delle cure sanitarie”.