E’ iniziato stamane davanti al giudice monocratico presso il Tribunale di Ragusa il processo a carico della madre naturale del piccolo del quale venne inscenato l’abbandono e il ritrovamento il 4 novembre del 2020 in via Saragat, a Ragusa, davanti a un esercizio commerciale. Il commerciante, padre naturale che simulo’ il ritrovamento del bimbo che lui stesso aveva portato in quel luogo, e’ stato gia’ condannato in primo grado in abbreviato a due anni di reclusione per abbandono di minore. La stessa accusa e’ contestata alla donna, in concorso con l’ex compagno.
Nell’udienza del processo che vede imputata la madre naturale, l’avvocato di parte civile che tutela gli interessi del bimbo, ha chiesto la trascrizione di due intercettazioni raccolte in fase di indagine e che riguardano colloqui tra la donna e l’ex compagno e padre naturale del bambino. Presentate le liste testi di pm, parte civile e difesa; tutti si sono riservati eventuali ulteriori produzioni documentali. Sono state calendarizzate le prossime udienze; la prima a giugno per conferire l’incarico per le trascrizioni richieste dalla parte civile e la seconda a settembre, in cui verranno sentiti i primi 8 testi della pubblica accusa. La vicenda si compone di un altro aspetto.
La Cassazione, alla quale si era rivolto il legale della donna chiedendo la revoca della adottabilita’ del bambino che da due anni e’ affidato a una famiglia non ragusana, ha di fatto sancito l’errore del Tribunale dei minorenni che non avrebbe verificato, come di dovere, il fatto che quel bambino i genitori naturali li avesse, privando loro anche del diritto di “ravvedimento”. Ha stabilito che la madre naturale sia messa in condizione di potere incontrare suo figlio attraverso incontri protetti che non sono ancora stati calendarizzati.