“Ragusa è una città piccola, ci si conosce un po’ tutti e le voci corrono in fretta. Non ci vuole quindi molto perché mi giungano all’orecchio, o sul telefono, certe gravissime insinuazioni, volte solo a gettare fango”. A parlare è il candidato a sindaco di Ragusa, Peppe Cassì. “È successo, ieri, è successo oggi: praticamente tutti i giorni. Incontri ristretti, – dice Cassì propaganda porta a porta, gruppi Facebook e soprattutto il tam tam su whatsapp con tanto di video, screenshot e fantomatiche prove. Ma allora perché non denunciare tutto alla autorità giudiziaria anziché affidarsi a certi sistemi per alimentare diffamanti voci di corridoio?
Con una superficialità allarmante, si dice e si inoltra di tutto: piano regolatore, progetti “fantasma” invece esistenti, incarichi pubblici… elementi tecnici su cui, è verificabile, non ho mai messo o fatto mettere né becco e né mano. A me sembrano i disperati tentativi di chi ha bisogno di andare (o tornare) al più presto al potere; provocazioni finalizzate a spingermi a replicare e controreplicare trascinandomi nella polemica, un campo in cui perderei perché loro sono senza dubbio più bravi di me.
Non mi farò distrarre, non farò scadere la campagna elettorale e la politica, per come noi le intendiamo, ai livelli di alcuni candidati. Io continuerò a occuparmi delle cose fatte e di quelle da fare, a parlare di Ragusa e non dei miei avversari. E visto che non lo fanno loro, sono io a rivolgermi alla autorità giudiziaria contro chi diffama e chi divulga”. (notizia commerciale)