Appena dieci giorni dalla data fatidica delle elezioni di domenica 28 e lunedì 29 maggio. Soltanto otto giorni disponibili per la campagna elettorale prima che scatti, alla mezzanotte di venerdì 26 maggio, il silenzio della propaganda come da legge. Quattro candidati sindaco impegnatissimi e lanciatissimi nei tantissimi appuntamenti elettorali, sia per le loro coalizioni, sia per rispondere in faccia a faccia nelle scadenze organizzate da enti associazioni forze sociali. Un esercito di oltre 350 candidati consiglieri divisi nelle liste delle coalizioni che appoggiano Cassì, Cultrera, Firrincieli e Schininà. Ed una attenzione particolare ci sembra giusto riservarla a quei candidati consiglieri di varia collocazione che non si stanno limitando a far incetta di voti e preferenze ma che escono allo scoperto per avanzare le loro proposte giustamente indirizzate al bene comune e alla maggior vivibilità possibile della nostra città. Proposte di cui cercheremo di dare una sintesi il più possibile fedele. Iniziamo in le proposte provenienti da candidati consiglieri dell’area che fa riferimento al candidato sindaco Riccardo Schininà.
Armando Garzia, esperto in materie urbanistiche, e Marco Schembri, studente di economia ed impresa, entrambi candidati nella lista Schininà Sindaco – Ri-Pensare Ragusa, illustrano l’opzione social housing quale opportunità di rivitalizzazione, non solo urbanistica ma soprattutto sociale, per le abitazioni residenziali in centro storico superiore. “Stiamo parlando – afferma Garzia – di una importante possibilità d’intervento per la riqualificazione di questa zona della città attraverso l’edilizia residenziale sociale. Quando si parla di social housing si fa riferimento ad una serie di abitazioni, palazzi, quartieri o progetti diffusi a livello cittadino o, talvolta, regionale, messi a disposizione dal Comune o da fondi privati, per tutte quelle persone che si trovano in difficoltà economiche, ma che non raggiungono la soglia di povertà che permetterebbe loro di accedere all’assegnazione delle cosiddette case popolari. All’interno dei quartieri saranno presenti centri sociali, negozi e strutture di temporanea accoglienza. Questi interventi sono stati progettati e realizzati in diverse città e regioni, come Milano, Torino, Padova, Perugia, Lecce e Bari, oltre che in Lombardia, Piemonte, Umbria e in Toscana, al fine di contrastare povertà e disuguaglianze, porre rimedio all’emergenza abitativa e creare spazi condivisi rivalutando quartieri spesso lasciati al degrado”.
Gli fa eco Schembri “questo è il modo differente di pensare alla riqualificazione dei quartieri del cento storico, valutando la possibilità, anche, di intervenire su altri quartieri della nostra città sorti tra la metà degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta (Palazzello, Cozzo Corrado e zona Ricovero) dove si rilevano le stesse condizioni di mancanza di requisiti igienico sanitarie, sismiche e di elevato consumo energetico, con percentuale abitativa elevata di nuclei familiari locali e con sempre più numerosi insediamenti di nuclei familiari di immigrati regolari. Sono proposte che dovranno essere fatte proprie dalla prossima Amministrazione che noi speriamo possa essere quella guidata dal sindaco Schininà”. Da parte sua Mariuccia Licitra, candidata nella lista Territorio, anche questa a sostegno della coalizione di Riccardo Schininà, dice la sua proprio sulla importanza delle proposte dei candidati consiglieri “c’è la consapevolezza del ruolo determinante del consigliere comunale, dei gruppi di maggioranza, ma anche di minoranza, della funzione determinante di indirizzo e sostegno dell’attività amministrativa che interpretano anche il sentire di tanti colleghi aspiranti consiglieri che vorranno lasciare il segno, come non hanno fatto molti consiglieri comunali, negli ultimi anni, allineati solo sulle direttive del sindaco di riferimento.
E’ il consigliere comunale che dovrà valorizzare la sua funzione e dovrà indicare le priorità, in quanto ambasciatore della gente e delle loro istanze. Priorità ce ne sono e purtroppo non sono state messe in evidenza, priorità nel senso di interventi da poter avviare il primo giorno di lavoro. Oltre alla priorità sapientemente indicata dal candidato a sindaco Riccardo Schininà, considero prioritaria la questione giovani e lavoro, il trasporto pubblico, le disabilità, il randagismo, l’emergenza abitativa, l’assistenza a emarginati e disagiati, le politiche educative e di attività sportiva dei minori. Altre priorità su cui si può incidere da subito sono la questione rifiuti, i progetti di grandi opere pubbliche, lo sviluppo economico del centro storico, tutte cose sulle quali si può cominciare a lavorare dal primo giorno”. A seguire Licitra entra nel merito della sempre più attuale questione della rivitalizzazione del centro storico cittadino e premette “per una materia così importante non servono proposte ad effetto, occorre partire dall’esistente perché non possiamo ottenere, con un colpo di spugna, il ricambio dei residenti, il ritorno dei giovani in centro storico, il ripopolamento commerciale, senza ripristinare la vivibilità di un tempo; si parla tanto di demolizioni e ricostruzioni, riterrei più opportuno iniziare a parlare di demolizioni, di edifici fatiscenti, per creare nuovi spazi, nuovi immobili funzionali o spazi aperti, con verde, di aggregazione”.
Mariuccia Licitra affronta poi un nodo molto dibattuto “ritorna a fare capolino fra la gente la questione del mostro di piazza San Giovanni, il palazzo INA, in passato si voleva destinare a struttura alberghiera di lusso, ma non ci sono stati riscontri. La soluzione ideale, ma non dal punto di vista finanziario per il Comune, sarebbe l’abbattimento per lasciare uno spazio aperto, multifunzione, per dare respiro alla piazza e allargarne il perimetro. Non mancherebbero progettisti di eccellenza per trovare una nuova conformazione dei luoghi. Ma, nell’eventualità che questa ipotesi incontri ostacoli di varia natura, propenderei per fare di palazzo INA una struttura per l’housing sociale. Bello leggere di progetti di grande architettura contemporanea e di progettualità internazionale, ma non siamo nelle condizioni di appendere il Picasso a muro, tanto varrebbe sfruttare l’immobile, appunto perché composto da vani relativamente piccoli per l’housing sociale, per soddisfare esigenze che, da tutte le parti politiche, vengono ritenute prioritarie. Non illudiamoci di invertire le tendenze che, negli ultimi anni, hanno spopolato il centro storico, e non illudiamoci che potremo farlo con facilità.
Perché non pensare, invece, di attuare una azione per portare subito gente ad abitare in centro? Una opportunità di rivitalizzazione, non solo urbanistica ma soprattutto sociale, unità abitative messe a disposizione dal Comune per tutte quelle persone che si trovano in difficoltà economiche, ma che non raggiungono la soglia di povertà che permetterebbe loro di accedere all’assegnazione delle cosiddette case popolari. Unità monofamiliari, ma anche anziani soli, ragazze madri, donne vittime di violenza senza una residenza sicura, studenti universitari, una residenza di prestigio per una azione sociale di prestigio che possa ridare vivacità al centro storico e al cuore della città, un modo, assai condivisibile, al fine di contrastare povertà e disuguaglianze, porre rimedio all’emergenza abitativa e creare spazi condivisi, recuperando spazi che anche riempiti dagli uffici giudiziari non hanno risvegliato il centro storico, come si pensava, uffici giudiziari che meritano, fra l’altro, sistemazione più adeguata, consona, funzionale e centralizzata con tutte le strutture del settore”. (daniele distefano)