Un gps era stato piazzato sotto la scocca dell’auto di Gianfranco Miccichè. Il dispositivo aveva la possibilità di tracciare gli spostamenti del veicolo. A scoprirlo è stata la scorta dell’ex presidente dell’Assemblea regionale Siciliana all’aeroporto di Palermo dove Miccichè era atterrato con un volo proveniente da Roma. In un primo momento si era pensato a un ordigno.
L’auto è stata spostata in una zona sicura ed è stato poi scoperto che era un gps che gli è stato riconsegnato. La vicenda è stata denunciata alla polizia dell’aeroporto. La notizia riportata dal sito blogsicilia è stata confermata dall’ex leader di Fi, coordinatore del partito del 61-0 in Sicilia. “Vorrei sapere anche io chi ha messo il gps e a che cosa servisse – afferma all’ANSA Miccichè – l’ho aperto e dentro c’era una sim. Chi l’ha comprata Chi l’ha usata? Perché? In Sicilia si respira un clima politico pesante, brutto. Per me molto doloroso per la morte del presidente Silvio Berlusconi. Lancio un appello al governo regionale al confronto, non si può contestare un assessore perché parla con un sindaco. Fuoco amico? Non esiste concettualmente il fuoco amico, perché se lo accende non è un amico…”