L’unico indizio è una collanina d’argento al collo. Una collanina sottile, semplice, senza ciondoli o lavorazioni particolari. E forse è anche da questo elemento, seppur scarno, che si cercherà di risalire all’identità dei resti trovati alla periferia di Roma, in un canale di scolo in via Ettore Fieramosca a Casalbertone.
Uno scheletro affiorato durante dei lavori stradali, sepolto tra la vegetazione incolta di una zona appartata di un parco periferico. Un’area poco frequentata, nascosta e spesso ritrovo e giaciglio di senzatetto: forse anche questo non ha permesso che i resti fossero subito scoperti. A trovare lo scheletro sono stati degli operai che hanno allertato i Carabinieri. Attorno ai resti brandelli di stoffa sbiadita, un tempo si suppone capi di vestiario, e una parte della cinghia di uno zaino.
Dall’esame delle dimensioni e della conformazione del cranio si arrivati a circoscrivere l’età con approssimazione e il sesso: si tratterebbe di una donna di circa 30 anni. A cercare di dipanare la matassa del giallo i carabinieri che stanno ora incrociando i profili fisici e anagrafici desunti dallo scheletro con quelli contenuti nella banca dati delle persone scomparse circa un anno fa: dai primi rilievi sui resti infatti sembra che lo scheletro stesse lì da almeno un anno-un anno e mezzo. Per questo si scandagliano tutte le denunce di scomparsa avvenute in quel periodo.