“In provincia di Ragusa, sono 1.162 (fonte Cgil) i percettori di reddito di cittadinanza che vedranno sospesa l’erogazione. Significa che il provvedimento avrà ricadute, in complessivo, su circa 4500-5000 persone (i componenti del nucleo familiare). Anche a Comiso, sono decine le persone interessate. Il resto, chi non subirà la sospensione, dovrebbe essere sostenuto tra Comune e Centro per l’impiego anche se la situazione è in continua evoluzione. Una parte degli esclusi dovrà essere presa in carico dai Servizi sociali. Il tutto con grandi difficoltà per l’assenza di risorse economiche. Nelle prossime settimane, per far fronte all’emergenza, a Comiso sarà pubblicato il bando per l’assegnazione delle borse lavoro, una iniziativa certamente positiva ma assolutamente insufficiente.
Un po’ quanto si verificherà nel resto del nostro territorio ibleo”. E’ quanto afferma il capogruppo del Pd al Consiglio comunale, Gigi Bellassai, vicesegretario provinciale del Pd, che rilancia l’allarme generalizzato sulla perdita di una misura a sostegno di chi si trova in difficoltà. “Una cosa è certa – ammette Bellassai – il caos legato alla perdita del Rdc sta facendo salire la tensione anche nei nostri territori. La sospensione di questo strumento si scaricherà sempre di più sui Servizi sociali dei Comuni, sotto pressione per l’aumento di richieste dalle famiglie rimaste fuori per ottenere una presa in carico che consenta di riottenere il beneficio. Riteniamo il provvedimento adottato un errore politico del Governo, incapace di trovare una soluzione adatta al sostegno degli indigenti. Tra l’altro, si stanno verificando problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto e delle difficoltà ad avere tutti i dati necessari per redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili. E’ il nodo della transizione da un sistema ad un altro”.
Bellassai chiarisce che quella che si sta verificando sembra “una guerra ai più fragili e deboli. Le famiglie che hanno avuto il reddito di cittadinanza sospeso che saranno prese in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre riavranno l’assegno fino a dicembre con gli arretrati – aggiunge – Chi non rientra nelle categorie di disagio sociale previste dalla legge insieme alla presenza in famiglia di disabili, minori, anziani o over 60 dovrà attivarsi rapidamente per cercare un lavoro o almeno essere inserito in un percorso di formazione con la possibilità di avere il supporto alla formazione e il lavoro (350 euro al mese per un massimo di 12 mesi). Ma i problemi non mancano a partire dai tempi e dalle risorse necessarie per raggiungere tutti coloro che si trovano in una situazione di disagio. Inoltre, si registra l’impossibilità di avere l’elenco dei nuclei familiari fragili dall’Inps, lo ribadiscono molti Comuni della nostra provincia, mentre i servizi sociali lamentano la difficoltà a fare fronte all’aumento di oltre il 50% degli accessi e a comunicare la presa in carico di tutte le persone in situazione di disagio entro il 31 ottobre. Sicuramente è necessaria una proroga”.
“Aggiungo – ancora Bellassai – che per la presa in carico da parte dei servizi sociali sarà però necessario far parte di categorie di particolare fragilità. Il ministero del Lavoro fa l’esempio delle persone in carico per le dipendenze, delle donne vittime di violenza, delle persone in carico ai servizi psicologici per la salute della persona, quelle in carico ai servizi per le malattie psichiatriche e quelle senza fissa dimora. Manca ancora, inoltre, il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), la piattaforma prevista dalla legge che prevede il passaggio dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione per le famiglie con maggiori fragilità e al Supporto formazione lavoro per i cosiddetti attivabili al lavoro, ma chi si è già attivato potrà ricevere il Sfl con gli arretrati una volta che la piattaforma sarà operativa e che i corsi di formazione saranno iniziati. Le domande potranno essere fatte dal primo settembre”.
“Come si intuisce una situazione drammatica – conclude Bellassai – che acuisce la crisi socio-economica del nostro territorio già messo a dura prova dall’inflazione e dalla conseguente perdita del potere d’acquisto che rischia di sfociare in una vera emergenza mettendo in discussione la coesione sociale. Una situazione drammatica che dovrà vederci impegnati a supporto dei più fragili e poveri che non possono essere abbandonati al loro destino”.