“E’ la mia seconda vita. Mai pensato di andar via”. Così il tecnico della Roma, Josè Mourinho, in un’intervista concessa al “Corriere dello Sport”. “In estate ho ricevuto due offerte dall’Arabia, dall’Al-Hilal e dall’Al-Ahli. Ci ho pensato e prima di andare all’incontro ho informato la proprietà, chiarendo che non avevo intenzione di accettare. A casa ho detto esattamente la stessa cosa.
Per un lato mi sentivo prigioniero della parola data ai giocatori a Budapest e ai tifosi dopo lo Spezia, mimando la permanenza. Ma se mi chiedi se non ho accettato soltanto per questo motivo, rispondo di no, non solo per questo”, ha detto l’allenatore portoghese, chiarendo che il suo non è stato però un “no” definitivo. “No, non lo è. In passato rifiutai la proposta più incredibile che un allenatore abbia mai ricevuto, quando la Cina mi offrì la panchina della Nazionale e di un club nel quale avrebbero giocato tutti i nazionali. Una proposta economica indecente, fuori dal mondo e da tutti i parametri”, ha precisato Mourinho.
“In Italia mi sono sentito aggredito, hanno violato la mia libertà di uomo, la mia libertà di uomo di calcio, la mia libertà non di grande allenatore, perchè in queste situazioni non ci sono grandi o piccoli allenatori, siamo tutti uomini. Qui non mi sento più a mio agio. Ho paura di ricevere altre squalifiche, ho paura di dover tornare a sentire tutto quello che ho ascoltato o letto in questi due anni”, ha aggiunto il tecnico della Roma.
Infine, chiusura sulla finale di Budapest, sulle polemiche seguenti e sulla squalifica ricevuta dalla Uefa. “La cosa più triste è stata non essere appoggiato dalla società in una situazione del genere. Sconterò le 4 partite di stop, non riesco a guardare l’Uefa in modo negativo: saranno quattro partite in cui mi sentirò un tifoso della Roma”, ha concluso Mourinho.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).