In questa settimana che si va a chiudere, e che precedente immediatamente il periodo feriale per eccellenza, ovvero quello ferragostano, vorremo parlare del dibattito sulla rimodulazione, voluta dal Governo Meloni, del PNRR, rimodulazione che costerà a Ragusa la mancanza di circa 83 milioni di euro. Ma forse sarebbe stato meglio dire che vorremmo parlare del dibattito che non c’è stato su una questione così importante e decisiva per lo sviluppo del nostro territorio.
Per essere precisi ci sono stati, almeno se non ci sfugge qualcosa, gli interventi del sindaco di Ragusa Peppe Cassì, il riscontro alle sue parole ed al suo appello da parte di Sergio Firrincieli, del M5, consigliere candidato e sfidante di Cassì alle scorse amministrative, e della Cgil. Per il resto tutto tace, silenzio totale, magari aspettando il ritorno alla normale attività dopo la settimana di ferragosto. Cominciamo con il sindaco Cassì che forse aveva dimenticato la sicurezza di cui dava mostra, in campagna elettorale, a proposito dei progetti da realizzare con i fondi previsti dal PNRR, e che vantava come obiettivi già raggiunti. Ora, con la notizia della rimodulazione del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza, da parte del Governo nazionale Meloni di centro-destra, rimodulazione con la quale Ragusa perde circa 83 milioni di euro, il primo a subire i contraccolpi di tale incresciosa situazione, è proprio lui stesso, che non a caso ha sentito il bisogno di diffondere una dichiarazione chiamando a raccolta “tutte le forze politiche” da lui sempre più rinnegate in nome del ‘civismo’ che al momento delle elezioni di fine maggio lo ha comunque premiato con un risultato plebiscitario.
Lo stesso primo cittadino aveva sottolineato “un dibattito politico cittadino che sembra non interessarsi della questione, che meriterebbe grande attenzione da parte di tutti, a prescindere da ideologie e partiti. Non solo perché il tema è di interesse nazionale e riempie da giorni le pagine dei principali quotidiani, ma perché gli effetti di questa decisione riguardano e riguarderanno da vicino anche i Comuni, compreso il nostro”. Cassì aveva poi aggiunto “a Ragusa, a titolo di esempio, la revisione riguarda gli interventi alla Vallata Santa Domenica, al Foro Boario, a Villa Moltisanti. La nostra Amministrazione ha costituito, come previsto dal piano straordinario di finanziamenti, un ufficio dedicato che ha dato prova di grande competenza ed efficienza, non mancando ad alcun incontro e occasione di approfondimento, e rispettando tutte le performance imposte. Oggi assistiamo con apprensione a questo inopinato cambio di rotta che richiede la massima attenzione anche della classe politica locale e della intera comunità”.
Alla preoccupata dichiarazione di Cassì aveva fatto immediatamente sponda il consigliere M5, ed ex candidato alla sindacatura, Sergio Firrincieli, che aveva assicurato “raccogliamo l’esortazione del sindaco e ci mettiamo a disposizione per mantenere in vita i canali di finanziamento assegnati al nostro comune”. Firrincieli aveva inoltre proposto “accogliamo, dunque, l’esortazione del primo cittadino e, previo tavolo di confronto per fare il punto della situazione, ci mettiamo a disposizione per cercare di mantenere in vita i canali di finanziamento che ci erano stati assegnati. Se dovesse accadere qualcosa di spiacevole, se dovessimo, cioè, perdere dei fondi, proporremo, e questo lo sottolineo da ex candidato sindaco, all’ufficio legale del Comune di intervenire con un’apposita causa da intentare ai danni dallo Stato italiano e, in particolare, del Governo di centrodestra.
La questione è molto seria perché non possiamo rischiare di fare i conti con una situazione altamente penalizzante ai danni dell’ente di palazzo dell’Aquila”. Per quanto riguarda le grandi centrali sindacali imprenditoriali e sociali della città unica voce quella della Cgil che per bocca del suo segretario provinciale Peppe Scifo aveva denunciato “venendo alla provincia di Ragusa sui fondi appaltati fin qui dal PNRR, che ammontano a € 191.910.000,00, si registrano tagli pari a € 80.220.000,00 conseguenza della rimodulazione che è pari al 41,80% in meno. La rimodulazione che si appresta a fare l’esecutivo prevede uno spostamento di risorse da alcune missioni verso altre con un drastico taglio alle missioni dove sono previsti interventi di politiche sociali e di coesione. Questi tagli ricadranno principalmente sulle infrastrutture sociali, a partire da alcuni interventi previsti in sanità ed in particolare per il rafforzamento della medicina territoriale.
Assolutamente miope è la riduzione di risorse a valere sulla missione relativa agli investimenti su rigenerazione urbana, utili a mitigare situazioni di disagio e degrado sociale”. Al di là di quanto sopra riportato, il nulla più assoluto. Nulla da parte del Partito Democratico, all’opposizione a Ragusa Palermo e Roma, ma soprattutto nulla da parte degli esponenti locali del centro-destra di Governo, che, pur rivestendo ruoli di primaria importanza in tali contesti, non hanno pronunciato una sola parola sulla questione. (daniele distefano)