Non erano ancora trascorse 12 ore dal botto conclusivo dei fuochi d’artificio in onore di Maria SS di Portosalvo, a Marina di Ragusa, che già nella tarda mattinata di mercoledì 16 agosto, il consigliere comunale Angelo Laporta, del movimento Territorio, diffondeva la propria lista delle criticità registrate nella affollatissima frazione balneare ragusana.
A cominciare dal fatto che “anche nel giorno di Ferragosto i bagni pubblici erano chiusi a Marina di Ragusa, e nulla era stato fatto per il decoro da parte di questa amministrazione”. Poi Laporta entra nel dettaglio “palese l’incapacità della nuova amministrazione Cassì anche per le cose più semplici” e prosegue con un argomento che questa estate è stato molto attenzionato da parte di residenti turisti e villeggianti “non è solo questione di sicurezza, non riescono nemmeno a garantire la sicurezza dei pedoni, che pure era indicata dal sindaco come priorità del suo nuovo mandato” poi allarga il discorso “emettono le ordinanze, ma non sono in grado di farle rispettare, come quella per il decoro sulle spiagge nella nottata di Ferragosto, si perdono anche nelle cose più semplici: i bagni pubblici di piazza Torre sono rimasti chiusi nel giorno di Ferragosto, non sappiamo quale assessore abbia le competenze in materia, possiamo solo dire che l’incapacità è ordinaria amministrazione per la giunta Cassì”.
Poi il consigliere nonché Presidente di Territorio Marina spazia in generale su problematiche che investono l’intera città e non solo la frazione balneare affermando “sono costretto a rilevare anche la diffusa mancanza di decoro in città, ricordando che l’assessore D’Asta gradisce e ringrazia per le segnalazioni, i rilievi e le critiche . Ho avuto modo di leggere una intervista all’assessore D’Asta sul quotidiano locale, ci parla ancora di piano del verde che, ci pare, è stato impostato nei cinque anni precedenti, ci parla di censimento, di monitoraggio, di manutenzione, di pianificazione, la gene è stanca di leggere e ascoltare parole a vuoto. La gente vuole vedere solo sparire l’erba alta e le sterpaglie che invadono i cigli delle strade urbane, le aiuole spartitraffico e le aree a verde in generale.
Nei cinque anni precedenti si è giocato sulle competenze fra assessorato al verde pubblico e ditta che si occupa della pulizia e della raccolta dei rifiuti, tramite l’assessorato all’ambiente, ora le due deleghe sono nelle mani dello stesso assessore, è impossibile tergiversare se non prendendo in giro la gente”. Infine Angelo Laporta conclude “verde pubblico non dovrebbe significare solo eliminazione di erbacce e sterpaglie, verde pubblico è cura e manutenzione di essenze piantumate, cosa che le amministrazioni Cassì sconoscono: vale per tutti l’esempio dell’area a verde della rinnovata piazza del Popolo, vantata come una delle opere importanti realizzata dalla passata amministrazione: sin dal primo momento non si è visto mai un fiore o una pianta, segnale evidente che a Palazzo dell’Aquila non hanno chiaro il concetto di ‘verde pubblico’.” (da.di.)