Era dalla fine del Covid che all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, in contrada Bruscè, si lamentava l’assenza di un bar-ristoro al servizio sia del personale dipendente sia della numerosa utenza che vi gravita, anche da fuori città o addirittura da fuori provincia. Chiuso durante il triste periodo della pandemia, e mai più riaperto il precedente bar, si è creato uno stato di forte disagio per chi il plesso ospedaliero frequenta per lavoro o per necessità di salute. Tanto che da tempo c’era voce che si stessero raccogliendo le firme per chiedere la riapertura del bar-ristoro. Firme che, apprendiamo da una nota stampa del consigliere comunale di Ragusa, Federico Bennardo, ammonterebbero a circa 500 (suscettibili di aumento visto che la raccolta è ancora in corso) e che lo stesso Bennardo ha consegnato al Commissario straordinario dell’Asp.
Ecco quanto il consigliere riferisce “nel giro di pochi giorni sono state raccolte quasi 500 firme, destinate peraltro ad aumentare essendo la raccolta in corso, per chiedere al commissario straordinario dell’Asp 7 l’apertura di un servizio bar e ristoro presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa ad oggi assente. La consegna delle prime firme è stato l’oggetto del mio incontro in direzione generale. Incontro al quale ha partecipato, oltre al commissario straordinario e al direttore amministrativo, la coordinatrice infermieristica del reparto di Ostetricia e Ginecologia Corrada Iacono che, tra le prime, insieme alla sua vice Pina Cascone, si è fatta portavoce con i colleghi degli altri reparti circa l’obiettivo da raggiungere. Alla raccolta delle firme hanno contribuito i dipendenti stessi ed in maniera sostanziale anche i ragazzi del servizio civile che, nel corso della loro esperienza, si sono resi conto dell’importanza di un punto ristoro. Ringrazio per l’attenzione prestata anche il direttore sanitario di presidio, Giuseppe Cappello, e Piero Mandarà che opera in seno alla direzione sanitaria. I pochi dispensatori di bevande e merendine, a fronte di una richiesta esponenzialmente maggiore sono, infatti, dei distributori automatici, per dipendenti, pazienti e caregiver.
Oltre l’ovvia necessità per chi trascorre il proprio turno lavorativo a ridosso dei pasti, il servizio è indispensabile per chi accompagna i pazienti, talvolta costretti a lunghe attese, e per tutti coloro i quali si recano per una prestazione sanitaria che non implica il ricovero, molte delle quali richiedono il digiuno. A rendere la situazione più complessa è l’area in cui sorge l’ospedale, distante questa da altri punti di ristoro”. Il commissario straordinario Russo e il direttore amministrativo Salvatore Torrisi hanno condiviso questa necessità e nell’attesa che siano bandite le procedure di gara si sono detti disponibili a vagliare alternative provvisorie.
“Una delle quali potrebbe essere, nel caso dei dipendenti – continua Bennardo – prevedere per loro il vitto ospedaliero previa richiesta indirizzata alla direzione amministrativa per chi, superato un monte ore, ne avesse diritto. Altra alternativa è quella che contempla l’implementazione degli erogatori. Impegno preso senza se e senza ma, atteso, comunque, che il problema principale resta l’individuazione dei locali idonei. In ogni caso, la priorità è quella dell’erogazione delle prestazioni”. Dunque ancora una iniziativa dell’intraprendente giovane consigliere, che ci ha abituati fin dalla sua elezione, a rendersi protagonista di azioni che non tengono conto di appartenenze (Bennardo è tra i maggiori votati della lista Cassìsindaco) e che privilegiano una spiccata trasversalità anche con consiglieri di altri schieramenti sia di maggioranza (in occasione del voto per l’elezione del presidente del consiglio comunale votò una giovane collega di Partecipiamo, Carla Mezzasalma, anziché Fabrizio Ilardo), sia di minoranza (ha condiviso con Corrada Iacono, citata sopra, la battaglia per il Campo degli Angeli e ora questa presentazione di firme, senza tener conto del fatto che Iacono avesse abbandonato lo schieramento di Cassì poco prima della fine della prima sindacatura di questi e che sia approdata al movimento Territorio di cui è esponente di spicco). Tutte prese di posizione che, pare, non lo piazzano al vertice delle simpatie del sindaco Cassì, stando almeno alle malelingue. Ma Federico Bennardo sembra non darsene per inteso e va avanti per la propria strada. (daniele distefano)