Solito cliché, benedetto sindaco Peppe Cassì. E’ mai possibile che ogni volta in cui grandi organi di stampa o associazioni nazionali, quali Il Sole 24 ore, Italia Oggi Legambiente, per citarne solo alcuni, pubblicano i loro periodici report su ambiente vivibilità e/o qualità della vita in città e cittadine del nostro Paese, report nei quali Ragusa spesso non ne esce molto bene, è mai possibile, dicevamo, che il primo cittadino se la prenda a male, quasi fosse un’offesa personale contraddire la rosea, e non sappiamo quanto reale, narrazione che egli stesso da oltre cinque anni ha fatto e continua a fare del capoluogo ibleo? Oddio, nelle note stampa che sente il bisogno di pubblicare ogni volta in spiegazione di tali report, Cassì ammette che sì, qualcosa che non quadra magari c’è ma che si tratta di quisquilie di poco conto, facilmente risolvibili e che, soprattutto, la colpa non è sua né delle sue amministrazioni.
Ecco, è proprio questo non accettare critiche, questo non assumersi responsabilità che comunque non sono mai totalmente a carico dei Sindaci, stretti molto spesso tra enormi costi per i servizi e non adeguate rimesse statali, che sta il vulnus di Cassì. Che in questo circolo vizioso si è nuovamente attorcigliato proprio in questi giorni commentando il posizionamento di Ragusa nel rapporto Ecosistema urbano 2023 di Legambiente che vede la città perdere 21 posizioni in un anno. Abbiamo già pubblicato integralmente la nota del sindaco Cassì, ma ci permettiamo di soffermarci su un paio di punti secondo noi significativi di un modo non corretto di affrontare il problema. Cassì afferma “è nostra intenzione lavorare anche su quei criteri che oggettivamente ci penalizzano, come il rapporto tra metri di piste ciclabili e abitanti, inevitabilmente connesso alla conformazione del territorio, o il gran numero di auto paragonato alla popolazione, che è anche frutto di una mentalità difficile da sradicare”. Come dire ‘che colpa ne abbiamo se il territorio è un insieme di colline e vallate anche in città e non solo, e se i ragusani non vogliono saperne di lasciare a casa le auto private e servirsi dei mezzi pubblici?’.
E per finire l’ultima perla “anche alla voce Ztl, considerata da Legambiente indicatore di qualità, Ragusa è finalmente presente”, chiudendo gli occhi dnianzi all’unanime e continuo fioccare di critiche e proteste sulla regolamentazione della Ztl a Ragusa Ibla. Ma le nostre sono, alla fin fine, osservazioni poco influenti, mentre di maggior rilievo sono quelle del mondo politico cittadino che, da destra e da sinistra, quasi in una par condicio non certo voluta, muove critiche al commento (ma anche all’attività istituzionale), del sindaco sul report di Legambiente. Come al solito le riportiamo integralmente e in ordine cronologico di arrivo. Luca Poidomani, coordinatore cittadino di Fratelli di Italia afferma “i motivi possono essere molteplici. Ma perdere 21 posizioni in un colpo ci deve fare riflettere e capire che cosa non stia andando sulle politiche ambientali e di sostenibilità della città di Ragusa che non risultano essere, i dati lo confermano, ineccepibili. E non possiamo prendercela neppure con quelli di prima perché prima di Cassì c’era ancora Cassì.
Dal 66esimo posto siamo precipitati all’87esimo, facendo pure peggio dell’86esima posizione del 2018. Al di là delle scusanti, in qualche modo comprensibili, che il sindaco ha cercato di fornire, non si può pensare che il problema possa essere preso sottogamba. Sono stati compiuti degli errori nel recente passato che, nell’ultimo anno, non si è provveduto a sanare. Anzi, piuttosto, le criticità si sono amplificate. Ma lo avevamo detto anche in campagna elettorale che il problema del consumo di suolo urbano, ad esempio, giusto per affrontare uno di questi temi, avrebbe dovuto essere esaminato meglio. Così come, giustamente, preoccupa la presenza delle PM10 perché parliamo di veleni nell’aria che tutti respiriamo. Consigliamo al sindaco, prima di ricercare l’esperto del turismo, e comunque considerando che non ci può essere turismo di qualità se non c’è una adeguata attenzione per le politiche ambientali del territorio, di mettere in moto una strategia specifica, e soprattutto operativa, per contenere questi parametri di cruciale importanza che rischiano di rovinare la nostra salute e l’immagine della nostra città”. Da parte sua il Pd cittadino, in una nota congiunta della segreteria e del gruppo consiliare dichiara “nel rapporto Ecosistema Urbano 2023 di Legambiente la città di Ragusa ha perso non una o due posizioni per qualche indice male interpretato o per l’assenza di qualche dato, ma ben 21 posizioni, passando dal 66esimo posto in classifica all’87esimo su 105.
Questo risultato evidenzia l’indifferenza e l’incapacità amministrativa di chi amministra la città da oltre cinque anni senza riuscire a mettere al primo posto l’ambiente e la viabilità urbana. È paradossale, poi, che lo stesso primo cittadino abbia contribuito alla stesura del report con un intervento nel quale si vanta di un regolamento varato a ottobre 2022 e relativo all’installazione di impianti fotovoltaici in centro storico. Ovviamente ciò non basta e non potrebbe farlo in futuro se il resto dei parametri rimangono da fondo classifica: non è stato fatto nulla per il trasporto pubblico urbano che è quasi inesistente; il progetto per la metropolitana di superficie è fermo nonostante l’ingente finanziamento da 18milioni di euro; la città è sporca e non è raro imbattersi in micro discariche in giro per le aree urbane ed extraurbane; la percentuale della raccolta differenziata, unico dato positivo, supera sì l’80%, ma sappiamo che la qualità del nostro organico è scarsa perché c’è molta plastica; non sono stati fatti gli incontri formativi nei quartieri, previsti dall’appalto, per spiegare come differenziare al meglio e questo è il risultato;
Ragusa appare nel report tra le peggiori per l’uso efficiente del suolo; per Legambiente la qualità dell’aria è “insufficiente”; la quantità di acqua persa nelle condutture supera il 60%, rendendoci ultimi in Sicilia e in coda alla classifica in Italia diventando bersaglio dei media nazionali (ma non erano state eliminate le perdite?); nella maggior parte delle contrade sono assenti le reti fognarie e le utenze scaricano nelle falde. Insomma, la “casa va a fuoco”, ma va tutto bene, perché abbiamo il regolamento per il fotovoltaico!!! Il sindaco dice che intende approfondire i dati tecnici dei parametri con cui viene stilato il report… Sindaco Cassì, la verità è che deve cominciare a lavorare sul serio sulle carenze della città, sono quelli i dati che ci portano giù in classifica. Ci auguriamo che i cittadini ragusani aprano gli occhi: le favole che Cassì e il suo vice Giuffrida raccontano sui social sono fatte di mistificazioni. Lo stato di degrado in cui si trova la nostra città è sotto gli occhi di tutti. (daniele distefano)